Vai al contenuto principale

Zarathustra -

La domenica dalle 10.15 alle 10.45

"Zarathustra. Tracce per non perdersi nella nebbia" è il programma di Radio3 che affronta i grandi temi dell'esistenza intrecciando storie di vita raccontate in prima persona con il pensiero di filosofi e filosofe, scrittori e scrittrici di ogni epoca. Il diffuso senso di solitudine, la sensibilità dei giovani per l'ambiente, la difficoltà di capire chi è un vero amico, l'eccesso di competitività a scuola ma anche la grande voglia di cooperare, il narcisismo che dilaga sui social network o la precarizzazione del lavoro e dei legami sentimentali. Un programma di Pietro Del Soldà, con Pietro Del Soldà e Ilaria Gaspari, a cura di Giulia Nucci, regia di Sara Sanzi ed Elisabetta Parisi. Raccontateci la vostra storia all'indirizzo zarathustra@rai.it.

Lista episodi

07 Gen 2024

La mia famiglia palestinese

Elisa, 36 anni, è una viaggiatrice professionista: per lavoro si occupa, come consulente, di progetti legati allo sviluppo del turismo. Anni fa, seguendo un progetto in Palestina, ha conosciuto quella che sarebbe diventata sua cognata - ma nessuna delle due, allora, poteva immaginarlo. Nasce fra loro una bella amicizia che è anche un intenso scambio culturale, tanto che l'amica di Elisa a un certo punto la mette in contatto con il proprio fratello, per un tandem linguistico. Anche se non riescono a incontrarsi di persona, perché allo scoppio dell'Intifada dei coltelli Elisa deve affrettare il rientro in Italia, iniziano a parlarsi online. Fra visti negati e confini invalicabili, e videochiamate su Skype contingentate dai tagli alla corrente elettrica, nasce fra loro un rapporto che, nel momento in cui finalmente si incontrano, dopo che lui ha ottenuto per ragioni di studio il nullaosta per uscire dal Paese, si trasforma in un amore inaspettato e tenace. Alla vigilia della pandemia si sposano a Istanbul, dove riescono a raggiungerli tutti gli invitati di lei e solo qualcuno fra quelli di lui. È una festa bellissima malgrado le difficoltà. In questa puntata che va in onda a tre mesi esatti dal 7 ottobre, Elisa ci racconta la sua vita quotidiana accanto a un giovane uomo la cui famiglia si trova a Gaza. Insieme a lei proviamo a esplorare la fatica di condividere un momento di angoscia inconcepibile per chi non la prova, e la necessità della speranza.
28 min
05 Nov 2023

Festa mobile

Anna è un'imprenditrice quarantenne di origine sarda, che da molti anni vive a Berlino. Se vent'anni fa le avessero detto che i quarant'anni potevano essere così divertenti, dice, non ci avrebbe creduto. Invece sta vivendo la vita che desidera, circondata di amici che abitano in ogni parte del mondo, in un'apertura continua e assoluta verso gli altri, e un atteggiamento allegro, spensierato, libero alla sessualità. Merito, anche, di una app che ha iniziato a usare da qualche anno e che ha scoperto essere la via d'accesso a incontri che nella routine quotidiano, lavoro-spesa-casa, sarebbero impossibili: ognuno concentrato sul proprio percorso, quante volte davvero ci avviciniamo a qualcuno che è diverso, che non corrisponde magari a un'aspettativa superficiale, o che semplicemente frequenta ambienti che non sono i nostri? La app che ha ampliato le possibilità della vita di Anna è, secondo lei, come una festa, in cui si incontrano e si intrecciano traiettorie di vite a volte più a volte meno eccentriche, si sfidano i pregiudizi, si intrattengono relazioni che possono essere sentimentali, sessuali, ma anche di amicizia. Così ha conosciuto un filosofo danese con cui si scrive ogni giorno, un neuroscienziato newyorchese che è diventato uno dei suoi amici più cari, ma anche un feticista del latex che le ha spiegato i dettagli della sua passione per la gomma. Così, la sua vita somiglia a una festa. Guidati da lei, proviamo a ribaltare molti luoghi comuni sulle app di incontri cercando di riflettere su cosa significhi, davvero, incontrarsi.
29 min
08 Ott 2023

Io sono il mio lavoro

Olimpia ha 31 anni e probabilmente non potrà ascoltare questa puntata di Zarathustra, né in diretta né in podcast, per diverse settimane. Perché Olimpia in questo periodo si trova in un posto in cui la connessione internet è scarsissima, e quando funziona va immediatamente sfruttata per parlare con la sua famiglia a Roma, con il suo ragazzo con cui qualche volta, di notte, riesce a comunicare per messaggi. Lui sa che se scoppia un temporale e la linea cade, potrebbe non sentirla per giorni interi. Olimpia negli ultimi mesi ha mangiato solo riso, carne di cammello e semi di zucca; ora gioisce all'ottima notizia che potrebbero arrivare dei pomodori. Olimpia ha contribuito alla costruzione di 7000 alloggi per rifugiati, in piena stagione delle piogge, un risultato incredibile: solo che di famiglie in fuga dalla guerra civile ne sono arrivate 10000, e allora bisogna ricominciare, come ogni volta. Olimpia è nata a Roma ma vive una vita molto diversa da quella delle persone con cui è cresciuta, perché è operatrice umanitaria. "È", non "fa": il suo lavoro non è tanto un lavoro quanto una scelta di vita, addirittura una vocazione. In questa puntata ci racconta com'è germogliata in lei l'idea di questa scelta, le parole e gli esempi che l'hanno influenzata, le difficoltà che incontra e le soddisfazioni inaspettate. E ci porta a riflettere sul confine fra altruismo e egoismo, sul peso delle responsabilità e sulla possibilità della compassione.
28 min
24 Set 2023

Gioie e dolori della famiglia allargata

Anna e Marcus sono stati insieme per 22 anni. Lui è australiano, lei italiana, si sono conosciuti giovanissimi a Roma, studiando cinema. L'innamoramento che li ha travolti nei loro anni universitari si trasforma in un progetto di famiglia pieno di slanci e di entusiasmo. Il giorno del matrimonio tutto è perfetto, l'emozione alle stelle; la felicità coronata dalla nascita di una bimba e poi di un bambino. Le vite dei due innamorati scivolano verso le prime difficoltà della vita adulta: genitori da assistere, i soldi che non bastano più... piano piano nella famiglia di Anna si disegnano le prime crepe, che diventano fatture. Decide che deve riprendere le redini della sua vita e lasciare Marcus le sembra un passaggio necessario. Inizialmente si sente libera da un peso, finché i dubbi non cominciano a tormentarla: e se avesse sbagliato? Sarà ancora possibile tornare indietro? Tornare indietro però è impossibile perché Marcus, dopo il dolore dell'abbandono si è innamorato di un'altra donna e aspetta un figlio da lei. Anna attraversa una crisi destabilizzante, è gelosa e arrabbiata; finché le sue emozioni non cambiano. E si apre all'idea che sia possibile pensarsi, tutti, come una famiglia: una famiglia allargata, che non significa immune dai conflitti, ma che non lascia solo nessuno. Questa è la storia della sua famiglia raddoppiata, di come cambiano le relazioni nel tempo, di cosa accade alla nostra idea di fedeltà. E di tutto quello che resta dei nostri amori. Con Pietro del Soldà e Ilaria Gaspari.
28 min
21 Mag 2023

Prendersi cura

Emma si è innamorata di suo marito 42 anni fa, e da allora sono sempre rimasti insieme. Quando si sono conosciuti, lei svolgeva un'attività di volontariato nell'ospedale in cui lui era neuropsichiatra. I vent'anni di differenza non li hanno mai spaventati: il loro amore è cresciuto forte e bello. Finché, dopo quasi trent'anni di vita felice condivisa giorno dopo giorno, qualcosa sembra andare fuori posto. L'uomo affettuoso che Emma conosceva si fa scostante, aspro, l'allontana. Lei inizia a pensare che lui non la ami più; i suoi atteggiamenti e la sua freddezza le appaiono crudeli, la fanno soffrire al punto da iniziare a pensare a una separazione. Non si capacita del fatto che quell'uomo incattivito sia quello che ha sposato; finché, nell'amarezza, non le viene il dubbio che possa trattarsi non di disamore, ma di una vera e propria malattia. Ed è proprio così: a trasformare il marito di Emma è una malattia degenerativa anche piuttosto rara. Di fronte alla diagnosi, tornano a riavvicinarsi: sono la loro storia comune, sono i due che si sono innamorati tanti anni prima. Sono anche, adesso, una donna che si prende cura di un uomo che ha bisogno di ricevere da lei assistenza. Conoscono una solitudine e uno smarrimento nuovo, ma anche la nuova vicinanza, amicizia e solidarietà di una comunità di persone la cui vita è segnata dalla stessa malattia: l'associazione aiuta Emma a sostenere la fatica, le difficoltà, il dolore, persino a sorridere di una quotidianità trasformata. Insieme a lei riflettiamo sul concetto di cura, sui limiti della parola "caregiver" con cui viene designato il suo ruolo. E sull'amore, che indomito resiste a tutto, e chiede che la dignità di ogni storia sia preservata a tutti i costi.
28 min
30 Apr 2023

Cara, carissima intelligenza artificiale...

Adriano ha quindici anni e quando a scuola gli assegnano il compito di fare un riassunto, sa benissimo come fare per risparmiare fatica: si rivolge a Chat Gpt e poi a una serie di altre applicazioni che, una dopo l'altra, perfezionano il lessico dell'intelligenza artificiale fino a ottenere un testo in italiano perfetto. Certo, i passaggi sono tanti: tanti che, alla fin fine, forse sarebbe più veloce fare direttamente il riassunto. Federico, suo coetaneo, discute con la mamma che gli dice: dammi una buona ragione per lasciarti giocare con i videogiochi! Allora lui quella buona ragione la chiede all'intelligenza artificiale, che gliene fornisce una serie. Gli basta memorizzarne cinque o sei, e la mamma è costretta a dimostrarsi convinta. Costanza di anni ne ha 12 e l'intelligenza artificiale "non le fa né caldo né freddo". Beatrice non usa Chat Gpt per fare i compiti, perché teme il giorno in cui, a forza di far scrivere testi dalle intelligenze artificiali, non avremo più la voglia né il gusto di esprimerci. C'è poi chi si chiede se potrebbe mai far scrivere una lettera d'amore da Chat Gpt e conclude che probabilmente sarebbe un po' "da vigliacchi"... Insieme a un coro di voci di adolescenti, riflettiamo su uno dei temi più controversi del momento: il rapporto con le intelligenze artificiali e la zona grigia fra progresso e inquietudini che questo tema ci costringe a illuminare. Interrogandoci su nodi problematici e vantaggi, e soprattutto, sul vero rischio: non che le parole prodotte dalle macchine somiglino troppo alle nostre, ma che i nostri discorsi, e i nostri ragionamenti, si conformino a un modello meccanico, togliendoci il gusto del lògos.
28 min
23 Apr 2023

Il senso dell'impegno

Cesare si è affacciato all'età adulta negli anni '70, in tasca la tessera di un partito molto a sinistra, la giovinezza e una disposizione profonda all'impegno, per cambiare le cose, per aiutare chi non ha avuto accesso ai mezzi per emanciparsi a fare un passo in avanti, a sentirsi libero. Insegna in una scuola popolare, a Milano, insieme ad altri compagni; intanto studia economia, perché gli sembra importante conoscere le strutture e le sovrastrutture della società in cui vive. Mette su famiglia, ha quattro figli da mantenere e così fa il suo ingresso nel mondo del lavoro. L'Italia nel frattempo è cambiata, sono gli anni '80 e Cesare, che non perde di vista i suoi ideali, si trova spesso in contrasto con i suoi capi, soprattutto quando insiste sui diritti sindacali dei dipendenti. Questo non gli impedisce di fare una bella carriera, almeno fino ai cinquant'anni, quando viene mandato in pensione anticipata. A quel punto, non gli resta che arrabattarsi fra mille impieghi, inventandosi un futuro più incerto ma anche più libero. Oggi, dopo una delusione politica non ha più tessere in tasca ma da pensionato è tornato a fare quello che faceva da ragazzo: insegna l'italiano a chi ha bisogno di emanciparsi anche attraverso la lingua, soprattutto a migranti arrivati dall'Egitto. Insieme a lui ci interroghiamo sullo spazio che il lavoro occupa nella storia di una vita, e come questa storia si combini con la Storia di un paese. E su quanto sia forte la spinta a inseguire un futuro migliore, in una società che sembra ostile alla possibilità di essere davvero felici.
29 min
16 Apr 2023

Un abito color aragosta

Giovanna è un'insegnante e ama molto il suo lavoro, ma non è sempre stato così. C'è stato un tempo in cui, tornando a casa dopo le lezioni, piangeva di sconforto e frustrazione. Aveva la sensazione di essere impotente di fronte alle chiusure dei ragazzi, si sentiva esausta di fronte alla strada intrapresa per poter inseguire e preservare la sua passione per lo studio, come se avesse imboccato un vicolo cieco. Ma un giorno, un giorno che indossava un abito color aragosta rimasto impresso nella sua memoria come accade ai dettagli che fanno da cornice alle piccole e grandi rivelazioni che la vita sa schiudere, un pensiero nuovo ha disinnescato la sua prostrazione. Ha capito che per insegnare bene, per insegnare davvero, non doveva infilarsi a forza in un abito che non fosse suo. Che doveva seguire la sua inclinazione e lasciare che il processo di apprendimento fosse biunivoco, che l'insegnamento fosse reciproco. Da quando ha iniziato a lasciare che i suoi alunni le insegnino quello che vedono e sanno, il rapporto con il suo lavoro si è ribaltato. Opere e biografie di artisti e scrittori, Giovanna le lascia dialogare con i suoi studenti, che leggendo le Vite di Vasari si ritrovano nel profilo di Brunelleschi, che rispecchiano i rapporti qualche volta difficili con i genitori nella Lettera al padre di Kafka. Perché da quando si è aperta alle voci dei ragazzi, Giovanna ha saputo insegnare loro a dialogare con i classici. Con lei riflettiamo su cosa significhi insegnare, su limiti e meraviglia di un mestiere delicato.
28 min
02 Apr 2023

Vi dichiaro marito e moglie

Riccardo fa l'attore, ama il teatro e si dedica al suo lavoro con passione. Ma qualche tempo fa si è ritrovato, un po' per caso un po' per amicizia, a impersonare un ruolo molto particolare: l'officiante ai matrimoni. Non alle cerimonie ufficiali: quelle, con i testimoni e le firme, si svolgono al cospetto di un incaricato del comune, spesso in piccole salette del municipio scelto dagli sposi, senza troppi crismi e anzi in un'atmosfera burocraticamente pragmatica. Ma al ricevimento, nella villa affittata per la festa, va in scena un cerimoniale che non è strettamente religioso né civile, ma profondamente emotivo. Gli sposi e i loro invitati condividono il momento del sì, e ci vuole qualcuno che diriga questo rito ufficioso: Riccardo, trovandosi per caso a tamponare l'assenza dell'officiante prescelto, ha interpretato il ruolo con tale maestria che tutti l'hanno creduto amico intimo degli sposi. Con il risultato di ritrovarsi a celebrare una serie di matrimoni. Gli sposi gli affidano la loro storia, l'emozione dei presenti è alle stelle. Dopo un po', benché recitare sia il suo mestiere, Riccardo inizia a sentire il peso di un ruolo così importante nella vita di perfetti sconosciuti, e decide di rinunciare. Ma la storia di quella breve parentesi lavorativa ce la racconta, così che insieme a lui possiamo riflettere sul bisogno di riti in una società che ha fatto di tutto per rimuoverli, sul confine fra emozione e finzione, e sull'importanza di raccontarsi, anche in una cerimonia autogestita.
29 min