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Radio3 Scienza -

Dal lunedì al venerdì dalle 11.30 alle 12.00

Il quotidiano scientifico della terza rete fatto di interviste, dibattiti, approfondimenti e reportage sui temi dell'attualità dal mondo della scienza. Ma anche lo sguardo della scienza sul mondo. Per mantenere vivo il dialogo tra comunità scientifica e società. Radio3 scienza è un programma ideato da Rossella Panarese. La cura è di Marco Motta, che si alterna alla conduzione del programma con Elisabetta Tola e i componenti della redazione: Paolo Conte, Roberta Fulci e Francesca Buoninconti.

Lista episodi

01 Mar 2024

Le voci del futuro

Il primo a dar loro un nome è stato il giornalista britannico Ben Hammersley: una crasi tra le parole iPod e broadcast. Sono vent'anni che ascoltiamo e scarichiamo podcast: un mercato in espansione che accoglie sempre più ascoltatori e vede fiorire concorsi e premi. Quello che a noi sta più a cuore è il Premio Rossella Panarese, nato in occasione del festival "Lector in Scienza" organizzato da Radio3 insieme alla Fondazione di Vagno. Il bando è rivolto a tutte le scuole superiori della Regione Puglia e premierà il miglior podcast scientifico realizzato dagli studenti. In occasione del terzo anniversario della scomparsa di Rossella Panarese, andiamo a conoscere i vincitori della scorsa edizione: a rappresentarli Angelo Loiacono, studente della V F al liceo Simone Morea di Conversano, e Natalia Giuliano, studentessa della IV E dell'IISS Alpi Montale di Rutigliano. Per il quinto appuntamento con "Museo dei Futuri", lo spazio di Radio3Scienza in collaborazione con l'Associazione italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) e l'International Council of Museums (ICOM), andiamo al mare: esploriamo il futuro del Mediterraneo con Paolo Albano, ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli (SZN), mentre Elisa Cenci, biologa marina del dipartimento conservazione animali marini e public engagement della SZN, ci porta al DaDoM - Museo Darwin-Dohrn e ci racconta la Glass Cage che ospita circa 10.000 reperti. Al microfono Marco Motta ed Elisabetta Tola con Luca de Biase.
28 min
09 Feb 2024

Il sonno dell'orso

Un giovane e pasciuto orso polare riposa placido su un iceberg, mentre il cielo al tramonto si tinge di indaco. È lo scatto che ha conquistato il People's Choice Award, il voto del pubblico, tra le 50.000 fotografie partecipanti al Wildlife photographer of the year: il più celebre concorso di fotografia naturalistica, organizzato da quasi 60 anni dal Natural History Museum di Londra. Una foto che restituisce la speranza per il destino di una specie che da anni incarna il volto più crudele della crisi climatica. Come stanno gli orsi polari? Dovremmo smettere di considerarli un simbolo del riscaldamento globale? E quali sono le difficoltà da affrontare per fotografare questi plantigradi nel loro habitat naturale? Ce lo racconta Stefano Unterthiner, fotografo naturalista e collaboratore di National Geographic, da poco rientrato dalle isole Svalbard, dove è stato per un anno con la sua famiglia. E poi, seguiamo i binari dell'infanzia provando a capire come uno spazio museale può parlarci di futuro e aiutarci a immaginarne uno. "Bambini" è la parola chiave della seconda puntata di "Museo dei Futuri", il nuovo spazio di Radio3Scienza in collaborazione con l'Associazione italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS): con noi oggi Lucio Biondaro, cofondatore e direttore del Children's Museum di Verona, e Simona Tiso, Project Development Manager della Rete Nazionale dei Musei dei Bambini. Al microfono Marco Motta ed Elisabetta Tola con Luca de Biase.
29 min
02 Feb 2024

Museo dei Futuri

Nella galleria della sostenibilità del MUSE - Museo delle Scienze di Trento, nel cuore degli open space progettati da Renzo Piano, c'è una sfera gigante sospesa a mezz'aria: è la "Science On a Sphere" della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). È un modello digitale della nostra Terra: sulla sua superficie si animano tempeste atmosferiche e correnti oceaniche. Ma, come fosse una sfera di cristallo, questo gigantesco mappamondo è anche in grado di mostrarci l'evoluzione del pianeta Terra: il suo passato e il suo futuro, con le conseguenze dei cambiamenti climatici nell'era dell'Antropocene. Di fronte alle sfide epocali e alla velocità dei cambiamenti che il mondo si trova già ad affrontare è indispensabile migliorare la capacità di visione e anticipazione: di previsione dei possibili scenari futuri. Nasce così il Museo dei Futuri: un'idea di Rai Radio3, in collaborazione con l'Associazione italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS). Venti puntate che ruotano attorno a parole chiave del nostro tempo, in onda tutti i venerdì alle 11.30 a partire dal 2 febbraio all'interno di Radio3Scienza, per esplorare i possibili futuri che ci aspettano. Cominciamo dalla parola "Antropocene" con Enrico Giovannini, direttore scientifico di ASviS, Michele Lanzinger, direttore del Muse di Trento e presidente del Comitato italiano dell'International Council of Museums (ICOM), e Silvia Scarian, mediatrice culturale al Muse di Trento. Al microfono Marco Motta ed Elisabetta Tola con Luca de Biase.
29 min
29 Gen 2024

Una cicogna per il rinoceronte

Sudan, l'ultimo maschio di rinoceronte bianco settentrionale, è morto nel 2018. Mentre le ultime due femmine, Najin e sua figlia Fatu, sorvegliate a vista dai ranger in una riserva del Kenya, per vari motivi non riuscirebbero a portare a termine una gravidanza. La speranza per il rinoceronte bianco settentrionale, però, si è riaccesa per merito di Curra: la prima femmina di rinoceronte a rimanere incinta con la fecondazione assistita, grazie al visionario progetto portato avanti dal team internazionale di BioRescue, con il contributo fondamentale della Fondazione Avantea di Cremona, specializzata nella riproduzione assistita. Curra in realtà appartiene alla specie cugina, quella del rinoceronte bianco meridionale, ma la sua gravidanza è la prova che la fecondazione assistita nei rinoceronti si può fare e presto sarà fatta anche sulla specie da salvare. Come è stato raggiunto questo risultato? E quali scenari apre la possibilità di salvare o de-estinguere una specie? Nonostante il successo, questa storia lascia l'amaro in bocca: qualche giorno fa BioRescue ha annunciato che Curra è morta a causa di un'infezione batterica, correlata a un'improvvisa alluvione. Come si procederà adesso per salvare il rinoceronte bianco settentrionale? Ne parliamo con Cesare Galli, fondatore e direttore generale del laboratorio Avantea, e Massimo Sandal, divulgatore scientifico e autore di "La malinconia del Mammut" (Il Saggiatore, 2019). Al microfono Francesca Buoninconti
29 min
18 Gen 2024

La Luna tra attese, rinvii e insuccessi

Nel 2024 la Luna sarà la mèta di molte missioni spaziali. Domani pomeriggio il Giappone, con il lander SLIM, potrebbe diventare la quinta nazione al mondo - dopo Unione Sovietica, Stati Uniti, Cina e India - a far scendere dolcemente un veicolo spaziale sul suolo selenico. A maggio la cinese Chang'è 6 tenterà la prima missione di "sample return" dall'emisfero invisibile del nostro satellite. A novembre il rover Viper della NASA andrà alla ricerca di ghiaccio nei pressi del Polo Sud della Luna. Il 23 gennaio era atteso anche l'arrivo della prima missione robotica privata diretta alla Luna: quella del lander Peregrine della statunitense Astrobotic. Tuttavia, alcune ore dopo il lancio, avvenuto l'8 gennaio, si è registrata una perdita di propellente che ha compromesso la missione: il veicolo spaziale sta ora precipitando sulla Terra, ma si distruggerà al suo rientro in atmosfera oggi stesso. Un'altra impresa privata, Intuitive Machine, ci proverà a febbraio con il lander Nova-C, concepìto per trasportare piccoli carichi utili commerciali sulla superficie della Luna. Ma la grande attesa del 2024 era tutta appuntata sulla partenza, a novembre, di Artemis 2, la missione che avrebbe dovuto portare quattro astronauti in orbita lunare: alcuni problemi tecnici l'hanno però fatta slittare a settembre del 2025. Slitta così al 2026 Artemis 3, la missione che farà tornare un equipaggio umano sulla superficie del nostro satellite dopo quell'ultima volta di Apollo 17, a dicembre del 1972. Facciamo il punto su queste missioni con Francesca Esposito, ricercatrice in scienze planetarie all'Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Al microfono Paolo Conte
29 min
02 Gen 2024

Da Roma alla Luna

Il giorno in cui, per la prima volta, due uomini camminarono sulla Luna (era il 21 luglio 1969), ad attenderli in orbita intorno al nostro satellite c'era, da solo, un terzo uomo: statunitense come gli altri due, era però nato a Roma, il 31 ottobre 1930, esattamente al civico 16 di via Tevere. All'epoca, infatti, i suoi genitori vivevano nella Capitale, perché il padre era un militare in servizio all'ambasciata statunitense in Italia. Quell'uomo, che non toccò la Luna, ma fece parte dell'equipaggio della più storica delle missioni verso il nostro satellite, quella di Apollo 11, era Michael Collins, scomparso il 28 aprile 2021. Molti storici dell'astronautica sono concordi nell'affermare che il suo libro di memorie, "Carrying the fire", è il racconto più appassionante e suggestivo non solo di quella missione, ma anche dell'intero programma Apollo. Meritoriamente la casa editrice bolognese Cartabianca Publishing lo ha pubblicato un mese fa in lingua italiana (mantenendone però il titolo originario). Apriamo dunque il nuovo anno con questa importante novità editoriale insieme a tre famosi giornalisti scientifici: Paolo Attivissimo, che ha coordinato e curato il lavoro di traduzione; Piero Bianucci, che ha firmato una illuminante postfazione; Diego Meozzi, che, insieme a Paola Arosio, aggiunge al catalogo di Cartabianca Publishing quella che Samantha Cristoforetti ha definito "la migliore autobiografia di un astronauta". In apertura con Alessandro Amato, sismologo dell'INGV, facciamo il punto sul violento sisma che ha colpito ieri il Giappone. Al microfono Paolo Conte
30 min
19 Dic 2023

L'astrofisica con droni e palloni

Sembra incredibile, ma i progressi nelle ricerche sull'origine dell'universo non hanno bisogno solo di potenti telescopi o di particolari satelliti che lavorano su ben precise lunghezze d'onda. Anche droni e palloni sonda possono svolgere un ruolo importantissimo se si tratta di calibrare gli strumenti che dovranno effettuare nuove misure, estremamente precise, della radiazione cosmica di fondo, l'eco del Big Bang. Così, un progetto denominato Polocalc (Polarization orientation calibrator for cosmology) creerà nei prossimi cinque anni una costellazione di sorgenti luminose, in volo su droni e palloni nel deserto di Atacama in Cile, per fornire un preciso sistema di riferimento per la messa a punto degli strumenti del nascente Simons Observatory, che diventerà un centro di eccellenza a livello mondiale per lo studio della radiazione residua del Big Bang, come ci dice Erminia Calabrese, cosmologa all'università di Cardiff e componente del comitato scientifico dell'osservatorio. L'ideatore del progetto Polocalc è Federico Nati, professore di cosmologia sperimentale all'università di Milano Bicocca, autore di "L'esperienza del cielo. Diario di un astrofisico" (La nave di Teseo, 2019). Nati ha vinto un finanziamento europeo di 2,4 milioni di euro per dare corpo a questa sua idea, dalla quale potrebbero scaturire importantissimi risultati per la cosmologia contemporanea. Avremo modo di far luce su alcune questioni ancora irrisolte, come la natura della materia oscura e dell'energia oscura, o l'esistenza di primordiali onde gravitazionali. Al microfono Marco Motta
29 min
14 Dic 2023

Anche le dimensioni contano

Le terapie per il trattamento di malattie genetiche rare prevedono la somministrazione di materiale genetico specifico tramite un vettore che, di solito, è una porzione di virus modificata e innocua in grado di far penetrare il DNA nelle cellule umane. Il problema è che numerose di queste malattie sono causate da geni di dimensioni troppo grandi per i vettori virali. Se fino a poco tempo fa questa situazione rappresentava un ostacolo insormontabile, ora invece un gruppo di ricerca del TIGEM, l'Istituto Telethon di Genetica e Medicina, ha trovato il modo di risolvere il problema: suddividere il carico di materiale genetico in più veicoli virali, facendo comunque in modo che alla fine la cellula produca la proteina terapeutica. Ci spiega tutto il coordinatore di questa ricerca: Alberto Auricchio, medico pediatra, ordinario di Genetica Medica all'università di Napoli Federico II. In apertura torniamo a Dubai. Per la prima volta nella storia delle conferenze mondiali sul clima, la COP28 si è conclusa con un documento che annovera non più solo il carbone, ma tutta la gamma dei combustibili fossili, per i quali si chiede un graduale abbandono nei prossimi anni a vantaggio di fonti energetiche rinnovabili e di soluzioni tecnologiche senza emissioni di carbonio. Si è trattato davvero di una svolta? Lo chiediamo a Ferdinando Cotugno, giornalista del quotidiano "Domani" ed esperto di questioni ambientali, in collegamento da Dubai. Al microfono Paolo Conte
29 min
11 Dic 2023

Quando Betelgeuse gioca a nascondino

Astronomi e astrofili sono in fibrillazione: nella notte di domani, 12 dicembre, l'asteroide 319 Leona (68 km di diametro) passerà proprio tra noi e la stella Betelgeuse, la supergigante rossa che rappresenta la spalla destra di Orione (sinistra per noi che guardiamo la figura del mitologico cacciatore). L'evento, che durerà solo una manciata di secondi, produrrà un consistente affievolimento della luce della stella o, nella migliore delle ipotesi, la sua temporanea sparizione. Se le occultazioni di stelle da parte di asteroidi sono fenomeni frequenti, è rarissimo, invece, che ad essere interessata sia una stella di prima grandezza, come lo è Betelgeuse. Purtroppo fenomeni del genere sono osservabili solo da fasce del globo terrestre sempre molto ristrette, non più ampie di qualche decina di chilometri. Nel caso dell'occultazione di domani, l'evento (tempo permettendo) sarà visibile anche dall'Italia, ma solo dal Sud della Sardegna, dalla Calabria settentrionale e dalle aree più meridionali di Campania, Basilicata e Puglia. Come ci si sta preparando a questo inconsueto appuntamento astronomico? Quali informazioni potremo ricavare dalla sua osservazione? Ci spiegano tutto Sandra Savaglio, astronoma dell'Università della Calabria, e Andrea Di Dato, presidente dell'associazione astrofila AstroCampania e responsabile del centro elaborazione dati dell'Osservatorio astronomico INAF di Capodimonte. Al microfono Elisabetta Tola
29 min
01 Dic 2023

40 anni di lotta contro l'AIDS

Sono oltre 38 milioni le persone che convivono con HIV/AIDS nel mondo, e 25 di questi risiedono in Africa. Identificato per la prima volta nel 1983, a 40 anni di distanza, il virus dell'HIV continua a contagiare 1,5 milioni di persone e a provocare oltre 600.000 morti ogni anno. Oggi abbiamo nuove terapie per curare chi è sieropositivo e chi ha sviluppato l'AIDS, ma c'è ancora molto da fare sul lato dell'informazione e della prevenzione: il 40% delle persone con HIV ha scoperto di essere stato contagiato per caso e spesso non condivide la notizia per paura del giudizio. In occasione della Giornata Mondiale per la lotta all'AIDS, facciamo il punto con Nicoletta Dentico, responsabile del programma salute globale di Society for International Development e co-presidente di Geneva Global Health Hub, e con l'infettivologa Laura Sannino, medico referente per HIV/Aids per Medici Senza Frontiere (MSF). L'Africa meridionale resta la regione del mondo con la più alta prevalenza di persone sieropositive. Tra i paesi più colpiti c'è il Mozambico: qui in alcune zone fino al 26% della popolazione è sieropositiva e in pochi conoscono i rischi della malattia e come proteggersi, come ci racconta Francesca Sabbatini, infettivologa di Medici Senza Frontiere e dirigente medico all'Ospedale San Gerardo Monza, tornata da poco da una missione MSF di un anno in Mozambico. Completamente diversa, ma difficile e complessa per altri motivi, è la situazione dell'Iran: ce lo facciamo raccontare da Zara Tofigh, avvocatessa componente dell'associazione Donne Libere Iraniane. In Europa, invece, Paolo Gorgoni, artista multidisciplinare e attivista, ci parlerà della sua esperienza. Mentre da Carla Vitantonio, scrittrice e cooperante, da anni residente a L'Avana, a Cuba, ci ricorda come l'isola caraibica sia stato il primo Paese al mondo a ricevere dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la convalida dell'eliminazione della trasmissione da madre a figlio dell'HIV. Al microfono Roberta Fulci e Giulia De Luca
59 min
30 Nov 2023

L'ombra del petrolio sulla COP

Non senza polemiche, si apre oggi a Dubai la COP28, la ventottesima Conferenza delle parti delle Nazioni Unite dedicata al clima. Come fu per la precedente COP in Egitto, viene criticata la scelta del paese ospite - gli Emirati Arabi Uniti - e ad essere aspramente contestata è soprattutto la scelta del presidente della COP28: ​​Sultan Ahmed Al Jaber, amministratore delegato della Abu Dhabi national oil company, la compagnia petrolifera nazionale, favorevole ad aumentare gli investimenti per i combustibili fossili di 600 miliardi fino al 2030. Ci racconta che aria tira a Dubai e di quanta fiducia hanno bisogno le COP, Ferdinando Cotugno, giornalista esperto di questioni ambientali, che racconterà la COP28 dalla newsletter Areale per Domani Editoriale. Al centro del nuovo accordo, ancora tutto da discutere, ci sono due temi portanti. Il primo è il cosiddetto "global stocktake", ovvero il primo "tagliando" dell'Accordo di Parigi siglato nel 2015, per mantenere la temperatura media del pianeta "ben al di sotto" dei 2 gradi rispetto all'era preindustriale, possibilmente entro i 1,5 gradi: una manovra che ad oggi ha margini sempre più ristretti. Il secondo nodo da sciogliere invece riguarda il fondo "loss and damage", per le perdite e i danni derivanti dai cambiamenti climatici, istituito alla COP27 per aiutare i paesi più colpiti e al contempo meno responsabili delle emissioni climalteranti, come ci ricorda la climatologa Serena Giacomin, presidente dell'Italian Climate Network, associazione presente alla COP28. Al microfono Paolo Conte
30 min
24 Nov 2023

Il Belize che resiste

Secondo appuntamento con "Diritto a REsistere", il progetto dell'attivista e comunicatrice scientifica Sara Segantin che, insieme ad Alice Franchi e Magdalene Pellegrin, sta viaggiando attraverso alcuni Paesi dell'America Centrale per comprendere le trasformazioni avvenute in questi anni riguardanti il paesaggio, gli ecosistemi, le popolazioni che vivono in quelle regioni. Oggi è la volta del Belize, piccola nazione ad elevata biodiversità, sempre più minacciata dalla crisi climatica: mentre la sua barriera corallina rischia di sbiancare sempre più, anche la salute dell'ambiente terrestre è a rischio. Ce lo racconta Kesilyn Tea Lizama, infermiera che ha fondato la "Public health alliance" e fa parte del progetto nazionale "Dottori per la Terra", che si occupa di tutelare il diritto a un ambiente sano e alla salute delle fasce più povere della popolazione che vivono nelle zone più inquinate e malsane del paese. In apertura con Antonella Castagna, primario dell'Unità di malattie infettive dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e direttrice della Scuola di specializzazione in malattie infettive e tropicali all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, facciamo il punto sui segnali che arrivano dalla Cina e da alcuni organismi internazionali sull'aumento di malattie respiratorie nel Paese asiatico. Sembra che i soggetti più colpiti siano i bambini e le province interessate sarebbero quelle della Cina settentrionale. Al microfono Francesca Buoninconti
29 min
23 Nov 2023

Houston, abbiamo perso una borsa!

Dal 2 novembre orbita intorno alla Terra un nuovo detrito spaziale: una borsa! Più precisamente una borsa piena di attrezzi inavvertitamente sfuggita al controllo durante un'attività extraveicolare sulla Stazione Spaziale Internazionale. Non è la prima volta che accade una cosa del genere e, per fortuna, gli strumenti persi non erano essenziali per il prosieguo dell'attività e, soprattutto, la borsa non ha causato danni alla stazione orbitante. Una settimana fa l'astrofisico Gianluca Masi, ideatore e direttore del Virtual Telescope Project, è riuscito nell'incredibile impresa non solo di individuare visualmente l'oggetto grazie ad un binocolo, ma anche di riprenderlo fotograficamente attraverso uno degli strumenti del Virtual Telescope, grazie anche all'assenza di inquinamento luminoso nella zona di Manciano (GR) in cui sorge l'osservatorio. Nella seconda parte della puntata, con il giornalista scientifico Antonio Lo Campo, ricordiamo due figure importanti del programma Apollo scomparse di recente.Nella seconda parte della puntata, con il giornalista scientifico Antonio Lo Campo, ricordiamo due figure importanti del programma Apollo scomparse di recente. Il 31 Ottobre se ne è andato Kenneth Mattingly, astronauta di Apollo 16, ma anche di due voli degli Shuttle. A lasciarci, il 7 novembre, è stato anche Frank Borman, comandante di Apollo 8, la prima missione a portare tre uomini in orbita intorno alla Luna, durante la quale fu scattata la celeberrima foto denominata "Earthrise". Al microfono Paolo Conte
29 min
22 Nov 2023

Due gradi di separazione… che inquietano

Venerdì scorso, 17 novembre, la temperatura media giornaliera del nostro pianeta ha superato di 2 °C i valori che si raggiungevano, in quello stesso giorno, in epoca pre-industriale, ovvero tra il 1850 e il 1900. A rilevare questo dato è stato il programma Copernicus dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), come ci dice Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine. Alla COP21, la Conferenza mondiale sul clima della Nazioni Unite che si tenne a Parigi nel 2015, si decise di contenere l'innalzamento delle temperature globali ben al di sotto di 2 gradi, possibilmente non oltre gli 1,5 °C, perché quel mezzo grado in più farebbe la differenza tra una scenario già difficile ed uno devastante. Come precisa Marina Baldi, climatologa del CNR, lo sforamento di quella soglia di 2 °C va considerato, al momento, solo come un'anomalia rispetto ad una media sul lungo periodo, che si mantiene ancora al di sotto di quel valore. Però è un campanello d'allarme, perché quanto accaduto il 17 novembre potrebbe ripetersi con maggiore frequenza in futuro, ma soprattutto perché le temperature medie mensili globali da gennaio a ottobre di quest'anno sono già di 1,43 °C più alte rispetto a quelle dell'era pre-industriale, al punto che il 2023, benché non ancora terminato, sembra già delinearsi come l'anno più caldo di sempre. Al microfono Paolo Conte
29 min
20 Nov 2023

Il Darwin delle rocce

Quando si pensa all'evoluzione, a venire in mente sono sempre le successioni di forme e varietà che si sono registrate nel mondo animale e vegetale nel corso di centinaia di milioni di anni. Ma da qualche tempo si è cominciata a fare largo l'idea che anche il mondo inorganico possa evolvere: le rocce e le specie minerali che oggi troviamo sulla Terra sono molto più numerose e composite di quelle che esistevano nelle fasi iniziali della storia del nostro pianeta. E a questo risultato ha concorso - in modo niente affatto marginale - anche la vita stessa, in una sorta di danza co-evolutiva. A costruire questa nuova visione "darwiniana" del mondo inorganico è il mineralogista e astrobiologo statunitense Robert Hazen, ricercatore presso il Carnegie Institution of Washington's Geophysical Laboratory e docente di Scienze della Terra alla George Mason University a Fairfax, in Virginia. In questi giorni è impegnato in un tour di conferenze in Italia per presentare le sue idee innovative, che ha esposto anche nel saggio "Breve storia della Terra" (Il Saggiatore, 2017). Lo abbiamo intercettato a Napoli, dove oggi pomeriggio terrà la conferenza "Mineral Evolution: A case study of a new natural law" al dipartimento di biologia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, un evento organizzato dal microbiologo Donato Giovannelli, ideatore del progetto CoEvolve, finanziato dal Consiglio Europeo delle Ricerche. Al microfono Francesca Buoninconti
29 min
17 Nov 2023

Cent'anni di CNR

Per il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) il 2023 è stato un anno di festeggiamenti e di commemorazioni: proprio quest'anno l'Ente ha compiuto un secolo di storia. Cento anni di idee e di progetti che hanno riguardato i principali settori della ricerca e dello sviluppo dell'Italia, senza però mai perdere di vista quanto avveniva negli altri Paesi, anzi promuovendo sempre l'internazionalizzazione del "sistema ricerca", così come auspicava anche il primo presidente del CNR, Vito Volterra. Domani, presso la sede centrale di Roma in Piazzale Aldo Moro, si terrà la cerimonia di chiusura delle celebrazioni del centenario alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sarà un momento importante di riflessione, come ci anticipa Maria Chiara Carrozza che dal 12 aprile 2021 è la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente del CNR. Questa cerimonia cade all'indomani di una bellissima notizia per il nostro Paese resa nota dalla prestigiosa società di analisi dei dati Clarivate Analytics: con 115 ricercatori di spicco, l'Italia entra per la prima volta nella top ten degli studiosi più citati al mondo. Un segno di vitalità e di crescita della ricerca italiana, dimostrato anche dal fatto che, quest'anno, i finanziamenti ERC assegnati a ricercatori attivi nei laboratori italiani hanno superato in numero gli ERC assegnati ai nostri connazionali che lavorano all'estero, come ci ricorda Maria Leptin, presidente dell'European Research Council. Al microfono Marco Motta
29 min
13 Nov 2023

Quegli 80 grammi di pancreas

È una neoplasia subdola. Perché silente, aggressiva e ancora poco conosciuta. Quando viene diagnosticata - cosa non sempre facile per l'aspecificità dei sintomi - nell'80% dei casi è già in fase avanzata. Con numeri sempre più in aumento nel mondo, nei prossimi anni, il tumore al pancreas rischia di diventare la seconda causa di morte per cancro. La ricerca ha fatto alcuni passi importanti: oggi sappiamo che i principali fattori di rischio sono la familiarità e alcune specifiche mutazioni genetiche. Anche il diabete, in determinati casi, sembra essere un fattore che può favorire l'insorgenza di questo tipo di tumore. Ma per fortuna nella cura del diabete si stanno compiendo passi importanti in campo farmacologico, e addirittura si pensa a un futuro libero dall'insulina per chi soffre di diabete di tipo 1. Facciamo il punto sulle due patologie in occasione della Giornata mondiale del diabete, che ricorre domani 14 novembre, e della Giornata mondiale del tumore al pancreas, che si celebra giovedì 16 novembre. I nostri interlocutori sono Lorenzo Piemonti, direttore del San Raffaele Diabetes Research Institute e dell'Unità di Medicina Rigenerative e Trapianti dell'Ospedale San Raffaele di Milano; e Silvia Carrara, gastroenterologa all'IRCCS Istituto Clinico Humanitas e presidente dell'Associazione Italiana Studio Pancreas (AISP), che aderisce alla campagna 'Quanto pesano 80 grammi?' lanciata dalla Fondazione Nadia Valsecchi e dall'Associazione OLTRE LA RICERCA ODV per sensibilizzare la popolazione e le istituzioni sulla necessità di fare di più per la diagnosi precoce del tumore al pancreas. Al microfono Marco Motta
29 min
10 Nov 2023

Il cielo in technicolor

Domenica scorsa i cieli italiani si sono accesi di bagliori rossastri. Si è trattato di un fenomeno ottico simile ma non identico alle aurore boreali, indicato con l'acronimo SAR, che sta per "Stable Auroral Red arcs". Si tratta di una corrente ad anello che trasporta milioni di ampere tutt'attorno al nostro pianeta negli strati più alti dell'atmosfera, rendendola luminescente. Come le aurore boreali, anche le SAR si producono durante forti tempeste geomagnetiche innescate dall'interazione di un "vento solare" più intenso del solito con il campo magnetico terrestre. Infatti, come ci spiega Lucia Abbo, ricercatrice all'Osservatorio Astrofisico di Torino dell'INAF, proprio in questi mesi il Sole sta raggiungendo il picco del suo ciclo undecennale di attività, un ciclo che si sta rivelando molto più vivace di quello precedente e che può creare alcuni pericoli per satelliti, veicoli spaziali e reti elettriche. Questa settimana il cielo ci ha regalato anche altri colori: quelli delle immagini mozzafiato che ci ha inviato la sonda Euclid dell'ESA (l'Agenzia Spaziale Europea), che sta testando i suoi apparati ottici prima di mettersi alla ricerca delle inafferrabili materia oscura ed energia oscura, che, messe insieme, costituiscono il 95% dell'universo conosciuto. Commentiamo quelle splendide immagini di galassie, ammassi di galassie e ammassi stellari con l'astrofisica e scrittrice Licia Troisi, autrice del saggio "La sfrontata bellezza del cosmo. Un viaggio tra i misteri dell'universo attraverso le immagini dell'invisibile" (Rizzoli 2020). Al microfono Francesca Buoninconti.
29 min
09 Nov 2023

Messico e nuvole

Tre giovani donne in viaggio per tre mesi attraverso l'America Centrale, dal Messico a Panama, seguendo le orme di Harriet Chalmers Adams: la prima fotoreporter donna della storia, fondatrice della Society of Woman Geographers. Si chiama "Diritto a REsistere" ed è il progetto dell'attivista e comunicatrice scientifica Sara Segantin, che insieme ad Alice Franchi e Magdalene Pellegrin punta a documentare i cambiamenti avvenuti in Mesoamerica nell'ultimo secolo in termini di biodiversità, deforestazione e diritti dei popoli indigeni e a dare voce alle donne che in questi paesi lottano in prima linea per ottenere giustizia climatica e difendere la biodiversità locale. Per la prima tappa di questo racconto andiamo in Messico per conoscere Santiago Aguilar e Amanda Di Castro, ideatori del centro dimostrativo di abitazione sostenibile chiamato Casa Na'atik, e incontrare Araceli Domínguez Rodríguez, che da oltre 30 anni assieme al Grupo Ecologista de Mayab (Gema) si occupa di proteggere comunità locali, specie ed ecosistemi fragili dello Yucatán dall'assalto del turismo di massa e dai danni del cambiamento climatico. Tra questi, c'è anche la sempre più frequente e massiccia fioritura dei sargassi: le alghe che danno il nome all'omonimo Mar dei Sargassi, conosciute fin dalla conquista delle Americhe, a causa dell'inquinamento e dell'aumento delle temperature, oggi formano una fascia lunga quasi 9.000 chilometri e rappresentano una grave minaccia per la biodiversità marina e l'economia locale, come ci spiega Sara Kaleb, ricercatrice esperta di macroalghe marine dell'Università di Trieste. Al microfono Marco Motta e Sara Segantin
29 min
07 Nov 2023

Una strategia (climatica) che fa acqua

In poche ore sono scesi dal cielo fino a 200 mm di pioggia, così, dopo l'Emilia, anche la Toscana è finita sott'acqua. Stavolta a colpire è stata la tempesta Ciaran, che si è portata via anche sette vite. È solo maltempo o sono gli effetti del cambiamento climatico? Le proiezioni dei climatologi sono tutte relativamente catastrofiche, e finora, contrariamente a quanto succede per molte previsioni di sviluppo tecnologico e sociale, i modelli si stanno rivelando molto più azzeccati di quanto avremmo voluto. La crisi climatica si intreccia con questioni come il consumo di suolo, la perdita di habitat, la scarsità di risorse idriche e le disuguaglianze sociali ed economiche. Questi problemi agiscono in sinergia, creando un intreccio che richiede soluzioni globali e infatti oggi sta nascendo una nuova ondata ecologista che fa leva sull'idea di giustizia climatica, come ci racconta Ferdinando Cotugno, giornalista esperto di questioni ambientali, autore di "Primavera ambientale. L'ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra" (Il Margine, 2022). A che punto è l'Italia nel contrasto al cambiamento climatico? Quali ruoli dovrebbero svolgere i governi, le imprese e la società civile in questa lotta condivisa e per mettere in atto la giustizia climatica? A che punto sono i lavori sul 'loss and damage', il fondo istituito alla COP27 per il risarcire le perdite e dei danni subìti dai paesi che sono meno responsabili del riscaldamento globale ma subiscono i suoi danni peggiori? Risponde Marica Di Pierri, portavoce dell'organizzazione ecologista "A Sud" e direttrice del CDCA - Centro Documentazione Conflitti Ambientali. Al microfono Elisabetta Tola
29 min
18 Ott 2023

A letto con l'insetto

C'è chi teme possano arrivare via aereo o infilate nei bagagli di qualche turista. E chi invece, come il Regno Unito, già ha annunciato controlli sui treni per evitare che questi fastidiosi parassiti valichino la Manica nella prima classe di un Eurostar. L'infestazione di cimici dei letti a Parigi ha raggiunto dimensioni ragguardevoli suscitando preoccupazioni in tutta Europa, Italia compresa. Secondo alcune stime, le cimici dei letti (Cimex lectularius) avrebbero trovato dimora nell'11% delle case francesi, ma anche in luoghi affollati come le metropolitane e le sale d'attesa dell'aeroporto di Roissy. Ad aggravare la situazione è il fatto che la disinfestazione costa: molti non riescono a sostenere tale spesa e si ritrovano con focolai difficili da controllare. Mentre Melissa Pitzalis, etologa a Parigi, ci racconta la situazione nella capitale francese, ha senso preoccuparsi per una possibile invasione delle cimici dei letti? Che ciclo vitale hanno questi insetti ematofagi? Portano malattie? E che metodi di disinfestazione sono preferibili? Lo chiediamo a Fabrizio Montarsi, responsabile dell'U.O. artropodi vettori e patogeni trasmessi del laboratorio di parassitologia, micologia ed entomologia sanitaria dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) e a Monica Biglietto, socia e rappresentante ANID - Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione in Europa, vicepresidente del CEPA - Confederazione Europea dell'Industria della Disinfestazione chiediamo quali metodi di disinfestazione sono preferibili e come si procede in caso di infestazione. Al microfono Marco Motta
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02 Ott 2023

Toto Nobel

È arrivato di nuovo quel momento dell'anno: tutto il mondo scientifico è in trepida attesa di conoscere i nomi dei nuovi Premi Nobel 2023. Ma si può prevedere chi saranno i nuovi laureati? Dal 2002 le previsioni più attendibili sono quelle messe a punto dagli esperti di Clarivate Analytics, che per stabilire i potenziali candidati incrociano il numero delle citazioni nei paper scientifici e lo storico delle premiazioni. Un metodo molto buono, visto che in questi 21 anni ha consentito di indovinare ben 71 premiati, tra cui il fisico Giorgio Parisi. L'intelligenza artificiale può venirci in aiuto in casi simili? Sulle pagine della rivista Nature, qualcuno "confessa" di aver testato le capacità predittive dei tanto discussi chatbot come ChatGTP e Claude di Google. Con quali risultati? Mentre aspettiamo l'annuncio del premio Nobel 2023 per la medicina e la fisiologia, ne parliamo con Santo Fortunato, docente alla Luddy School of Informatics, Computing, and Engineering dell'Indiana University, a Bloomington, negli Stati Uniti. Comincia l'ottobre rosa: il mese della prevenzione dei tumori femminili. Ogni anno in Italia vengono rilevati 55.700 nuovi casi di carcinoma al seno, 12.600 nuovi casi di tumore all'utero, 5.200 nuovi casi di tumore all'ovaio, e mentre la ricerca ha fatto passi da gigante, si deve percorrere ancora molta strada in materia di prevenzione, come riportano i dati emersi dall'indagine condotta da Fondazione Veronesi sui motivi per cui le donne ritardano o saltano i controlli e non fanno prevenzione. Ne parliamo con Chiara Segrè, biologa, responsabile della supervisione scientifica della Fondazione Umberto Veronesi. Al microfono Marco Motta
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27 Set 2023

Lassù qualcuno non chiama

Da qualche giorno si aspettava che arrivasse un segnale dalla Luna. A mandarlo doveva essere Chandrayaan-3, la prima sonda indiana scesa sulla superficie del nostro satellite il 23 agosto scorso. Ad eccezione del ricevitore, infatti, tutti i suoi strumenti erano stati messi in stand-by dal 3 settembre perché, nel frattempo, sul sito di allunaggio stava sopraggiungendo la fredda notte lunare, della durata di due settimane. Col ritorno dei primi raggi del Sole, si sperava che Chandrayaan-3 tornasse a farsi sentire. Ma dal 22 settembre tutti i tentativi di ripristinare i contatti con la sonda sono andati falliti. Che cosa è accaduto? I sistemi di bordo non sono sopravvissuti a temperature prossime ai -200 °C? O forse potrebbe aver giocato negativamente anche l'inesperienza dell'Indian Space Research Organisation (ISRO)? Lo chiediamo a Barbara Negri, responsabile del volo umano e sperimentazione scientifica dell'ASI, l'Agenzia spaziale italiana. Intanto, domenica scorsa la sonda della NASA Osiris Rex ha rilasciato con successo il suo prezioso carico di frammenti rocciosi che prelevò nel 2020 dalla superficie dell'asteroide Bennu. Quei campioni contribuiranno a farci conoscere meglio la storia più antica del sistema solare, provenendo da un corpo rimasto quasi immutato sin dall'epoca della formazione dei pianeti. Ci racconta tutto Maurizio Pajola, ricercatore all'Istituto nazionale astrofisica (INAF) di Padova e membro del team italiano che partecipa alla missione. Al microfono Elisabetta Tola
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25 Set 2023

La peste suina venuta dall'Africa

Il primo caso in Italia fu accertato il 7 gennaio 2022, in una carcassa di cinghiale rinvenuta, in provincia di Alessandria. Poi a maggio tra i cinghiali della provincia di Genova, in Liguria. Fino all'anno scorso la peste suina africana (PSA), malattia virale letale che colpisce solo i suidi, era un affare che riguardava per lo più cinghiali selvatici. Negli ultimi mesi invece, i casi sono aumentati fino ad arrivare a interessare attualmente sette regioni (Piemonte, Liguria, Lazio, Calabria, Campania, Lombardia e Sardegna) e diversi allevamenti di maiali. Ad oggi la situazione è particolarmente critica in Lombardia, in provincia di Pavia, dove sono otto gli allevamenti diventati focolaio della malattia, mentre la stima complessiva dei capi abbattuti e da abbattere è salita a quota 33.000 suini. Non esistono infatti vaccini per proteggere i maiali dal contagio con cinghiali infetti e le uniche soluzioni per fronteggiare la malattia sono le misure di restrizione delle aree raggiunte da cinghiali potenzialmente infetti, l'abbattimento dei maiali colpiti dal virus e attenti piani di sorveglianza veterinaria, come ci dice Francesco Feliziani, responsabile del Centro di referenza nazionale per lo studio delle malattie da pestivirus e da asfivirus (CEREP) dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Umbria e Marche. La malattia non è trasmissibile agli essere umani, che però possono indirettamente veicolare il virus recandosi in luoghi dove l'agente patogeno potrebbe aver circolato. Il consumo di carne suina o di cinghiale, anche se proveniente da animali infetti, non pone alcun problema di sicurezza alimentare, come precisa Ugo della Marta, direttore generale della Direzione per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute. Tuttavia, la diffusione del virus sta già ingenerando una certa diffidenza del mercato per certi prodotti italiani di origine suina, come salumi e prosciutti. Al microfono Paolo Conte
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05 Set 2023

Un'estinzione quasi sfiorata

Oggi siamo 8 miliardi, ma circa 900.000 anni fa l'umanità ha rischiato seriamente di estinguersi proprio a causa di una crisi climatica. Un'era glaciale più lunga del previsto, avrebbe spazzato via il 98,7 per cento dei nostri antenati, lasciando in vita solo 1280 superstiti: meno dei panda attualmente esistenti in natura. Le tracce di questa estinzione solo sfiorata sarebbero inscritte nel nostro DNA di sapiens, perché proprio da questo crollo demografico sarebbe nata una nuova specie: Homo heidelbergensis, l'ultimo antenato comune di Homo sapiens, Neanderthal e Denisova. È quanto sostiene su Science un team di biostatistici cinesi e paleoantropologi italiani, che ha sviluppato questa ipotesi grazie a una branca relativamente giovane della genetica delle popolazioni che si chiama "teoria coalescente". Cos'è la teoria coalescente e cosa ci consente di conoscere sull'albero evolutivo dell'umanità? Cosa è successo 900.000 anni fa? E che ruolo hanno avuto il dominio del fuoco e la fusione di alcuni cromosomi umani, in questo processo? Lo chiediamo a Fabio Di Vincenzo, curatore delle collezioni paleoantropologiche del Museo di storia naturale dell'università di Firenze, tra gli autori dello studio pubblicato su "Science". In apertura facciamo il punto su una ricerca paleogenetica appena pubblicata su "Scientific Reports" e condotta da un team di ricercatori italiani su un uomo del Neolitico di 6.000 anni fa trovato nel Parco del Pollino in Calabria. Ne parliamo con Francesco Fontani, dottorando in archeogenetica al Laboratorio del DNA antico al campus di Ravenna dell'università di Bologna. Al microfono Marco Motta
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04 Set 2023

Pedala! Pedala!

È il veicolo più silenzioso e a più basso impatto ambientale tra tutti quelli esistenti. E nonostante lo sviluppo di mezzi di trasporto sempre più competitivi in velocità e nelle lunghe percorrenze, la bicicletta non è mai tramontata. Anzi, nel tempo ha saputo evolversi, cambiando di volta in volta forme, strutture e materiali, ma ha saputo anche ispirare nuove e moderne tecnologie. Da qui nasce l'idea di una pedalata ciclo-turistica non competitiva in 21 tappe dalla Piaggio di Pontedera al Lingotto di Torino, per toccare i luoghi che hanno fatto la storia dell'industria e della tecnologia italiana. Un'iniziativa organizzata dall'Associazione "La Storia in Bici" in collaborazione con il Politecnico di Torino, dove insegna lo storico dell'ingegneria Vittorio Marchis, che per l'occasione ha curato il saggio collettivo "Biciclette politecniche. Tra invenzioni, innovazioni tecnologiche e sfide sociali" (CLUT editrice 2023). Tra gli autori Riccardo Palma, professore associato di Composizione architettonica e urbana al Politecnico di Torino, che insieme a Chiara L. M. Occelli firma uno dei capitoli di "Biciclette politecniche" dal titolo "Elogio delle ciclovie. L'architettura delle ciclovie di lunga percorrenza in Italia", per ricordarci l'importanza di queste infrastrutture al servizio di un diverso modello di mobilità. Con noi anche Ester Cavallero, ciclista amatoriale, tra i 379 italiani partecipanti alla 20esima edizione della leggendaria Parigi-Brest-Parigi: 1.200 chilometri percorsi dal 20 al 24 agosto 2023 senza mai dormire. Al microfono Paolo Conte
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01 Ago 2023

Una malattia infida

Ha colpito finora 8 milioni di persone in tutto il mondo, prevalentemente nei Paesi dell'America Latina. Negli ultimi decenni, però, con i viaggi e le migrazioni, si sta diffondendo anche altrove, tanto che negli Stati Uniti ne soffrono già più di trecentomila persone. La tripanosomiasi americana - meglio conosciuta come malattia di Chagas, dal medico brasiliano Carlos Evandro Chagas che la scoprì nel 1909 - è una malattia infettiva provocata da un parassita (Trypanosoma cruzi) trasmesso all'uomo da alcune specie di cimici. I sintomi più gravi si possono manifestare anche a distanza di anni, anche dopo anni o decenni di asintomaticità, e interessano il cuore, l'apparato digerente e intestinale, talvolta anche il sistema nervoso centrale. Alla malattia di Chagas, terza patologia parassitaria al mondo, è dedicato il saggio "Il bacio dell'insetto" (Codice Edizioni 2023) della scrittrice statunitense Daisy Hernández, che si è interessata a questa patologia dopo che una sua zia se ne ammalò e morì. Ne parliamo con Antonella Castagna, primario dell'Unità di malattie infettive dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e direttrice della Scuola di specializzazione in malattie infettive e tropicali all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Se è vero che certi insetti veicolano malattie e spesso ci fanno anche paura, osservarli è affascinante, tanto che a Padova sorge un intero museo a loro dedicato Esapolis, "Il Museo Vivente del MicroMegaMondo": lo visitiamo insieme al direttore e fondatore Enzo Moretto. Al microfono Paolo Conte
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26 Lug 2023

Le arterie della Terra

Alberi abbattuti e tetti scoperchiati per i forti venti. Mentre piovevano chicchi di grandine con un peso di 200 grammi. Quali fenomeni sono all'origine degli eventi estremi che hanno colpito il Nord Italia? Lo chiediamo a Vincenzo Levizzani, ricercatore dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del CNR, professore di Fisica delle nubi all'Università di Bologna e autore di molti saggi, l'ultimo dei quali è il "Piccolo manuale per cercatori di nuvole" (Il Saggiatore, 2022). Continuiamo a parlare di acqua navigando le arterie della Terra: fiumi noti e meno noti, dal Nilo al il Gange, dal Tevere al Fiume Giallo. Tutti hanno favorito lo sviluppo di importanti civiltà del mondo antico, sono stati utilizzati per il sostentamento e l'igiene, per le attività agricole e quelle industriali, per la navigazione e i traffici commerciali. Poi, però, l'uso si è trasformato in abuso: tra prelievi indiscriminati di acqua, sversamenti di inquinanti, sbarramenti, deviazioni o canalizzazioni, abbiamo inferto ai fiumi ferite profonde, per non parlare di quelle dovute agli stessi mutamenti climatici di origine antropica. Come rimediare? Si può ancora invertire la rotta? Risponde Stefano Fenoglio, docente di gestione e tutela degli ecosistemi fluviali all'Università di Torino, co-fondatore del Centro per lo studio dei fiumi alpini ALPSTREAM/Parco del Monviso, autore del saggio "Uomini e fiumi. Storia di un'amicizia finita male" (Rizzoli, 2023). Al microfono Elisabetta Tola
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25 Lug 2023

Stop killer robots

Si chiamano "unmanned": letteralmente "senza uomini", ovvero senza equipaggio. Sono sistemi di controllo, droni e velivoli armati, robot killer: la nuova frontiera della guerra sono le armi autonome, in grado di prendere decisioni basate su algoritmi. E anche in Italia tra ricerca, progetti sperimentali e test dell'esercito, si sviluppano armi autonome. Dove si fa ricerca? E quali sono i rischi connessi, le criticità e i dilemmi etici posti dall'avvento delle armi autonome? Lo chiediamo a Davide Del Monte, attivista, presidente di Info.nodes, coautore del report "Man in the loop: Ricerca e sviluppo dei sistemi d'arma autonomi in Italia". Di fronte alle crescenti segnalazioni sull'uso di sistemi d'arma autonomi nei conflitti e il rapido sviluppo tecnologico, si rende sempre più necessario uno strumento legale che regoli lo sviluppo e l'uso delle armi autonome. È per questo che il 20 luglio la nuova Agenda per la pace, pubblicata dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha lanciato un appello urgente: mettere a punto, entro il 2026, uno strumento legalmente vincolante per vietare i sistemi d'arma autonomi letali che funzionano senza controllo o supervisione umana violando il diritto internazionale umanitario, e per regolamentare tutti gli altri tipi di sistemi d'arma autonomi. Ne parliamo con Mariarosaria Taddeo, filosofa esperta di etica delle tecnologie digitali, all'università di Oxford. Al microfono Elisabetta Tola
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12 Lug 2023

Crispr mette radici

Promettono di abbattere l'uso di pesticidi e fitofarmaci, e di rendere le piante resistenti alle malattie e ai cambiamenti climatici. Per il Parlamento italiano sono le Tea, ovvero "tecniche di evoluzione assistita", mentre il resto d'Europa le chiama Ngt: "nuove tecniche genomiche". Per qualcun altro, invece, sono i "nuovi OGM". Con l'emendamento al Decreto siccità approvato a fine maggio dalle commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato, le piante sottoposte a editing genomico con le forbici molecolari da Nobel Crispr/Cas9 potranno affondare radici nella terra anche in Italia. E adesso è arrivata anche la proposta di regolamentazione della Commissione Europea. Quali differenze tra Tea, Ntg e OGM? Che regole dovranno rispettare le Tea nella loro discesa in campo? E saranno portatrici degli stessi dilemmi etici tra brevetti, monopoli e multinazionali? Facciamo chiarezza con Anna Meldolesi, giornalista scientifica, autrice di "E l'uomo creò l'uomo: CRISPR e la rivoluzione dell'editing genomico" (Bollati Boringhieri, 2021) e del blog CRISPeR Mania e con Donatello Sandroni, giornalista della rivista Agronotizie. Dagli OGM alla carne sintetica, passando per il sushi e il caffè: nel corso della storia, le novità a tavola sono sempre state accolte con diffidenza e paure spesso infondate. Perchè? Risponde Alberto Grandi, docente di storia dell'alimentazione all'università di Parma, autore "Storia delle nostre paure alimentari. Come l'alimentazione ha modellato l'identità cultura" (Aboca, 2023). Al microfono Francesca Buoninconti
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11 Lug 2023

Quota 17

Non era mai accaduto prima: lo scorso 3 luglio la temperatura media del nostro pianeta ha toccato per la prima volta i 17.01 °C, superando il precedente record di 16.92 °C raggiunto nell'agosto 2016 e poi nuovamente nel luglio 2022. Nei giorni seguenti c'è stata un'ulteriore salita: il picco è stato toccato il 7 luglio, quando si sono registrati 17.20 °C, ma ancora oggi le temperature medie, seppur tornate a scendere, si attestano sopra quota 17 °C. Ad incidere su questi valori è il verificarsi, quest'anno, di quel fenomeno climatico periodico noto con il nome di El Niño: un riscaldamento delle acque del Pacifico centro-meridionale e orientale che ha importanti ripercussioni sulla circolazione generale dell'atmosfera. Si tratta di un fenomeno naturale, che però adesso interagisce in un contesto reso già critico dal riscaldamento climatico di origine antropica. Gli effetti di El Niño non si esauriscono nel giro di qualche mese, ma hanno conseguenze molto più durature, anche di qualche anno, sull'aumento generalizzato delle temperature e sull'estremizzazione di molti fenomeni atmosferici, con pesanti ripercussioni sulla pesca nel Pacifico, sulle attività agricole in America latina e Asia e sullo stato di salute delle foreste tropicali. Quali previsioni si possono fare per il prossimo futuro? Che cosa ci dicono i modelli climatici per i prossimi anni? Come possiamo mitigare gli effetti di questo ulteriore riscaldamento del pianeta? Sono le domande che giriamo a Marina Baldi, climatologa del CNR. Al microfono Paolo Conte.
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20 Giu 2023

Giornata internazionale del rifugiato 2023

Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del rifugiato, un appuntamento sancito dall'Assemblea Generale delle ONU per ricordare le condizioni in cui oltre 70 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo stanno vivendo, dopo esser stati costretti a fuggire da guerre e persecuzioni. La giornata serve anche a interrogare l'opinione pubblica, i cittadini e i responsabili dei processi decisionali, sulle politiche migratorie e sulle modalità accoglienza con cui le società rispondono alle richieste di chi ha lasciato alle spalle la propria vita ed è in cerca di un posto sicuro in cui vivere. Anche perché nei prossimi cinquant'anni i cambiamenti climatici renderanno vaste aree del pianeta inabitabili e circa 3,5 miliardi di esseri umani saranno costretti a fuggire dai tropici, dalle zone costiere e terre un tempo coltivabili. Tutte queste persone dovranno trovare nuovi lidi in cui vivere e ricostruirsi una vita; altre persone, invece, si ritroveranno a doverle accogliere. La minaccia di una calore invivibile, di siccità, incendi e inondazioni ridefinirà la geografia umana della Terra. Ad ogni grado di aumento della temperatura terrestre, corrisponderà un miliardi di persone che diventeranno sfollate. Come questa nuova grande migrazione modificherà la nostra specie? E prima ancora, come le nostre politiche risponderanno a questa grande migrazione di massa? In una puntata speciale congiunta di Radio3 Mondo e Radio3 Scienza, Anna Maria Giordano e Elisabetta Tola ne parleranno con Riccardo Clerici, relazioni esterne UNHCR, Lucia Gennari, avvocatessa e consulente giuridico di ASGI, Elena Gagliasso, epistemologa, co-curatrice del saggio collettivo "Ambienti e migrazioni umane. Una storia di ecosistemi" (Franco Angeli, 2022), Antonello Pasini, fisico del clima del CNR e coautore di "Effetto serra, effetto guerra" (Chiarelettere, 2020), Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino per La Repubblica. Sentiremo anche la testimonianza di Behrouz Boochani, scrittore e attivista per i diritti umani curdo con cittadinanza iraniana, raccolta da Giulia De Luca.
59 min
15 Mag 2023

Clima da tribunale

«Per i danni subiti, e futuri, derivanti dai cambiamenti climatici»: con queste motivazioni le associazioni ambientaliste Greenpeace Italia e ReCommon e altri dodici cittadini italiani hanno fatto causa all'azienda petrolifera Eni. Le accuse si basano su due rapporti redatti negli anni Settanta, uno dal centro di ricerca Isvet dell'Eni e l'altro da una sua società, la Tecneco, in cui si stimava correttamente l'aumento della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera e le conseguenze sul clima derivanti dall'uso di combustibili fossili. È la prima volta nel nostro paese che viene intentata una causa contro un'azienda del fossile, ma le cause climatiche aperte nel mondo sono già diverse: anche lo Stato italiano, nel 2021, è stato denunciato per «inazione climatica». Qual è lo scopo finale di queste azioni legali e che effetti avrebbero in caso di successo? Risponde Marica Di Pierri, giornalista, co-fondatrice del Centro Documentazione sui conflitti ambientali, nel direttivo dell'Associazione A Sud. Sono molte le grandi aziende che si macchiano di "greenwashing": azioni apparentemente ecologiche pensate solo per migliorare la reputazione dell'impresa. Ne parliamo con Marco Frey, direttore del Centro Interdisciplinare Sostenibilità e Clima della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, tra i protagonisti del Festival Dello Sviluppo Sostenibile, che prosegue fino al 24 maggio in diverse città italiane. Al microfono Francesca Buoninconti.
29 min
14 Apr 2023

Terre in vista

Il nostro destino è un puntino su una mappa: 'chi' siamo è in fondo 'dove' siamo, e il futuro parte ancora da lì. È questo il principio ispiratore della GeoNight, la Notte internazionale della geografia, che Radio3 segue con una programmazione speciale: una puntata a quattro mani di Radio3 Mondo e Radio3 Scienza, in diretta dalla sede della Società Geografica Italiana, nel palazzetto Mattei a villa Celimontana a Roma. Storia, politica ed economia si intrecciano con la cartografia che segna paesi e conflitti; dai satelliti e le nuove esplorazioni alla crisi climatica che trasforma la faccia del pianeta; fino a un giro del mondo tra passeggiate urbane, parkour, torte di mele e musiche, ricerche e iniziative della GeoNight 2023 da ogni parte del mondo. Con Claudio Cerreti, presidente vicepresidente della Società Geografica Italiana (SGI); Massimiliano Tabusi, vicepresidente della SGI; Riccardo Morri, presidente dell'Associazione degli insegnanti di geografia e docente all'Università La Sapienza di Roma; Sandra Leonardi, geografa; Giulia Oddi, geografa e parkourer; Sofia Bonan, studentessa di medicina all'università di Chieti, ha partecipato alla spedizione al Laboratorio Piramide del CNR alla base dell'Everest; Sairi Piñeros, geografa dell'università nazionale della Colombia; Mikayil Tasdemir, studente di geografia all'Université Paris-Cité; Domiziano Piscolla, musicista e laureando in geografia, e gli studenti del liceo scientifico Leonardo Da Vinci che hanno partecipato ai Campionati italiani della Geografia. Al microfono Annamaria Giordano e Roberta Fulci
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22 Mar 2023

Fino all'ultima goccia

Comincia oggi a New York la conferenza ONU sull'acqua 2023 per provare a risolvere la crisi idrica dovuta ai cambiamenti climatici e a rispettare gli impegni dell'Agenda 2030, ovvero la gestione sicura dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti. Un obiettivo ad oggi difficilmente raggiungibile entro il 2030: l'impronta idrica dei paesi sviluppati pesa ancora troppo, soprattutto quando si parla di beni importati. Per lo più cibo coltivato o allevato in paesi che hanno problemi di scarsità idrica o di accesso all'acqua. Si genera così un flusso di "acqua virtuale" che contro ogni logica scorre dai paesi che più soffrono la scarsità idrica a quelli con più risorse. Qual è l'impronta idrica dell'Italia? Quali cibi importati consumano più acqua altrove? E quali soluzioni per arrestare il fiume di acqua virtuale? Nella giornata mondiale dell'acqua lo chiediamo a Elena Vallino, ricercatrice al dipartimento di culture, politiche e società università di Torino, tra i protagonisti della Biennale democrazia di Torino. All'acqua bene comune è dedicato anche il libro "L'acqua. Dialogo tra fotografia e parola" (Töpffer, 2023), l'ultimo di tre volumi che il nostro amico e collega Pietro Greco avrebbe dovuto scrivere con il fotografo Roberto Besana, e che è stato redatto invece dalla penna di 67 colleghi, tra cui l'epistemologa Elena Gagliasso, docente di Filosofia della Scienza all'università La Sapienza di Roma. Al microfono Francesca Buoninconti
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