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Fahrenheit -

Dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 18.00

Fahrenheit è il programma dedicato ai libri e alle idee. Un pomeriggio fatto di storie, di incontri e di eventi dai festival letterari. E dove trovano posto le parole degli scrittori e dei poeti, le scelte dei lettori, degli editori e dei gruppi di lettura. Il luogo dove si ritrovano gli amanti della letteratura, dalla tradizione dei classici alla narrativa contemporanea. Tutto questo è Fahrenheit.

Lista episodi

11 Mar 2024

Il libro del giorno | Ginevra Lamberti, Il pozzo vale più del tempo, Marsilio

Dalia, otto anni, dopo un incidente passa molti giorni in un ospedale che non è un ospedale perché il mondo non è più il mondo; viene dimessa, torna a casa, la casa è vuota, probabilmente tutti sono morti. Dalia, nei giorni di ricovero, conosce due bambini che hanno avuto pure loro un incidente: il bambino soporoso che non può parlare e Morena, che non si muove bene, ma riesce a scrivere. Uscita dall'ospedale, di quei bambini, Dalia per molto tempo non saprà niente. Senza famiglia, senza soldi e senza casa, Dalia viene accolta dalla vecchia Fioranna, che ha fatto la maestra, sa insegnare e sa difendersi. Fioranna insegna a Dalia due cose: che il mondo così come gli esseri umani l'hanno conosciuto esiste ancora ma è nascosto sulle montagne, e come seppellire un corpo. Così Dalia, dalla valle tiranneggiata dalla famiglia Boscarato, i padroni di sempre – perché il mondo non è più lo stesso, ma chi è padrone tale rimane –, ascende alla montagna e arriva al Villaggio dei Pozzi. Sapendo come accudire e come seppellire, Dalia sa come trattare i corpi vivi e morti, anche quelli non umani. È così che diventa l'assistente del macellaio Biagio e la dama di compagnia dell'eccentrica Orsola. Se in ospedale, da bambina, i compagni di Dalia erano il bambino soporoso e la bambina con la penna, nella sua età matura sono proprio loro: Biagio, il macellaio burbero perseguitato da una gatta bianca, e Orsola, la donna delle storie, che vive da sola in un albergo dismesso dove, come ormai ovunque, si è consumato un delitto.
20 min
04 Mar 2024

Il libro del giorno | Giuliano Gramigna. Marcello ritrovato, Il ramo e la foglia

Scritto negli anni Sessanta, Marcel ritrovato è considerato il romanzo più bello di Giuliano Gramigna. Attraverso una raffinata struttura meta-narrativa, l'autore sviluppa un'ampia riflessione sulla scrittura letteraria (e sul senso ultimo del "fare il romanzo"), intrecciandola a una storia d'amore che si snoda tra Milano e Parigi: Bruno, scrittore dilettante, afflitto da una nevrosi di cui è pienamente cosciente, riceve dall'amata Roberta una strana richiesta: andare a Parigi alla ricerca del marito scomparso. Riuscirà il nostro eroe a trovare Marcello? Che china prenderà questa singolare inchiesta? Di particolare interesse è il fatto che, nel corso della narrazione, l'autore confessi via via – grazie ad accorgimenti paratestuali e grafici di grande originalità – di non riuscire a restare fuori dalla materia narrata, cosicché la distanza di sicurezza dal protagonista finirà col venir meno; tanto che si assisterà spesso, nella scrittura, a slittamenti dalla terza persona alla prima. Il filo meta-narrativo s'intreccia dunque alla storia principale, facendo emergere gradualmente il problema dello statuto dei personaggi come altrettante proiezioni dell'autore, quasi fossero controfigure sorvegliate a vista dal suo occhio egemone. Ma non manca mai l'elemento ironico, che in qualche modo mitiga, anche al lettore, la sofferenza spesso causata dai ricordi del protagonista-autore | Con Ezio Sinigaglia.
29 min
01 Mar 2024

Il libro del giorno | Ia Genberg, I dettagli, Iperborea

Una donna di mezza età e senza nome è costretta a letto dalla febbre, in uno stato di «oziosa dissoluzione» in cui vede il tempo appiattirsi in una specie di eternità, il confine tra lei e il mondo assottigliarsi e la coscienza fermarsi con insolita lucidità sui frammenti di passato che hanno fatto di lei la persona che è oggi. Così si lascia andare alla rievocazione delle figure fondamentali della sua vita e ora perdute, perché «l'io, o meglio, il cosiddetto "io", non è altro che questo: ciò che resta delle persone a cui ci siamo stretti». Sullo sfondo di una Stoccolma degli anni Novanta, tra feste e progetti abbandonati, abbuffate di letture e tentativi di scrittura, rievoca Johanna, l'ex fidanzata che sembrava non l'avrebbe mai lasciata perché non lasciava mai niente a metà. Con Niki, invece, una ragazza capace di ribaltare l'amore assoluto in odio assoluto da un giorno all'altro, l'amicizia è da subito destinata a una fine amara. E finirà anche l'amore con Alejandro, che come un uragano arriva e se ne va lasciando una scia tangibile e duratura. Culmine dolente della rievocazione è una donna che la protagonista ha avuto accanto per tutta la vita: la fragile Birgitte, che porta in sé un angoscioso segreto da decifrare. In quattro ritratti dalle pennellate delicate e precise, e senza rinunciare a un sottile umorismo che strappa qua e là il velo di nostalgia, Ia Genberg solleva domande sulla natura delle relazioni e su come raccontiamo la nostra vita, ricordandoci che le persone care non scompaiono mai davvero, perché ci compongono. Anche quando di loro restano solo i dettagli: un gesto, una canzone, una speranza tradita, una dedica d'amore lasciata in un libro.
23 min
28 Feb 2024

Il libro del giorno | Nicola Lecca, Scrittori al veleno, Mondadori

Questa sera, in diretta sulla BBC, Lady Doris Coleman, celebre volto del giornalismo britannico, intervista un personaggio magnetico ed enigmatico: Antonina Pistuddi, scrittrice sarda cinquantenne che, in gioventù, con il suo romanzo d'esordio L'isola del rancore, ha vinto i più prestigiosi premi letterari italiani.Nonostante il successo, Antonina ha preferito condurre una vita ritirata, coltivando la propria scrittura di ottima qualità, ma con risultati commerciali sempre più deludenti. E ora è sotto inchiesta: accusata di omicidio plurimo volontario.Quattro le vittime: tutti esponenti di quella nouvelle vague letteraria cui Antonina si è sempre categoricamente sottratta e tutti ospiti, come lei, di Villa Solitudine, un Centro internazionale a tutela della poesia e della letteratura arroccato in cima alla più alta scogliera di Manarola, nelle Cinque Terre.Si tratta di Alvaro Moret, autore di un bestseller che svela i segreti per diventare perfetti influencer; Lizzie Eden, parlamentare inglese che, in un memoir sconvolgente, ha narrato il suo passato di escort; Arlanda Levin, cantante svedese che non ha letto nemmeno una pagina del romanzo confezionato per lei da un ghost writer; e Julien Corbusier, modello francese dipendente dal Fentanyl, ma anche poeta e idolo degli adolescenti grazie a una raccolta di versi decisamente instagrammabili.La convivenza si preannuncia fin da subito difficile, ma, giorno dopo giorno, immersi nella magia delle Cinque Terre e incantati dalle mareggiate al Ventegà di Vernazza, gli ospiti di Villa Solitudine sembrano trovare una certa armonia. Almeno fino a quando i quattro ragazzi chiedono ad Antonina di preparare uno dei suoi leggendari risotti, con i funghi raccolti durante una passeggiata nei boschi.
37 min
26 Feb 2024

Il libro del giorno | Leonard Michaels, Potendo li avrei salvati, Racconti edizioni

È stato detto che Leonard Michaels (New York, 1933 – Berkeley, 2003) «non ha scritto una sola frase noiosa in tutta la sua carriera». Figlio di un barbiere polacco che aveva studiato da rabbino prima di fuggire assieme alla moglie dal Vecchio Mondo per trovare rifugio nel Lower East Side, il piccolo Leonard parla esclusivamente yiddish fino ai cinque anni, quando incomincia a frequentare la scuola e a familiarizzare con ciò che esiste al di fuori dell'appartamento in cui è confinato per via delle frequenti malattie. L'esordio arriverà nel 1969 con Going Places, una raccolta di racconti che esce lo stesso anno di Il lamento di Portnoy di Philip Roth. Entrambi gli scrittori hanno 36 anni e sono al debutto, entrambi i libri riceveranno grandi encomi ma, al contrario del prolifico Roth, Michaels farà passare sei anni prima di tornare sulle scene con un'altra raccolta, intitolata I Would Have Saved Them If I Could. Altri elogi e poi di nuovo un lungo silenzio. Quando gli chiederanno perché aspettare 47 anni per pubblicare il suo primo romanzo, lo scrittore newyorchese risponderà così: «Mi consideravo un artista serio. La short story mi pareva molto più profonda e seria del romanzo, per questo la preferivo. Quando si scrive un racconto non sono permessi errori. È una forma pura, magica». I romanzi alla fine saranno due: Il club degli uomini (Einaudi), che sarebbe diventato anche un discusso film con Harvey Keitel e Roy Scheider, e Sylvia (Adelphi), ispirato al suo primo matrimonio culminato col suicidio della moglie | Con Roberto Serrai e Leonardo Luccone.
24 min
06 Feb 2024

Il libro del giorno | Ilaria Bernardini, Il dolore non esiste, Mondadori

"Mio padre si chiama Achille e non mi parla": questa storia comincia così, con un dialogo interrotto tra un padre e una figlia. Achille è stato un padre carismatico, con cui Ilaria da ragazza ha condiviso passioni, idee sulla vita e sul mondo, ma anche liti feroci e grandi silenzi. Fino a quando, senza un motivo scatenante o una colpa evidente, il silenzio ha inghiottito tutto. Achille ha smesso di cercarla, di rispondere alle sue telefonate e alle sue lettere. Forse, ha deciso di smettere di esserle padre.Ma Ilaria non vuole smettere di essere figlia, ha bisogno di una spiegazione, di capire dove si è aperta la prima crepa. Perciò, con l'aiuto, reticente, del resto della famiglia, prova a ripercorrere la loro storia e la vita del padre, a ricostruirne per frammenti l'identità. È il suo modo per continuare a parlargli, a frequentarlo, ma anche un rituale per allenarsi alla perdita: di un padre, della giovinezza, del passato e di un figlio adolescente che sta crescendo in fretta e che giorno dopo giorno le tiene sempre meno la mano e crede sempre meno alle sue invenzioni e alle sue parole.Contemporaneamente, quasi per caso, durante la pandemia Ilaria comincia a praticare la boxe. E un giorno, non certo per caso, si ricorda che anche il padre tirava di boxe, anzi era piuttosto bravo. Tanti anni prima le ha persino regalato un paio di guantoni. Non può che essere un segno: forse il padre la sta allenando in assenza per renderla più forte? Così, un po' credendoci davvero, un po' perché è una scrittrice e l'occasione narrativa è irresistibile, lo invita a una sfida sul ring. Gli fa sapere giorno e luogo del match e, anche se lui non risponde, una parte di lei spera e crede che si presenterà lo stesso.E mentre si esercita a dare e ricevere pugni fantasma e consulta allenatori di ogni tipo – ma anche scrittori, scienziati, registi, antenate, sciamane e qualche animale -, raccoglie le forze per salire sul ring e le parole per scrivere pagine emozionanti, comiche e piene di vita.
20 min
31 Gen 2024

Il libro del giorno | Susanna Bissoli, I folgorati, Einaudi

La vita è ostinata, e Vera lo sa bene. Quando scopre di essere di nuovo malata (della stessa malattia che ha portato via sua madre, e molte donne della sua famiglia), suo padre Zeno le offre ospitalità nella casa dove da anni vive ormai solo – la «Settimana Enigmistica» sempre sul davanzale del bagno, con le caselle riempite a caso, perché i vuoti sono insopportabili. La loro è una famiglia monca ma vitale, spiritosa, dirompente. Nora è la sorella minore, gestisce da sola una figlia di dieci anni e un negozio di borse dove ha provato a far lavorare Vera, ma lei stava al computer a scrivere anziché inserire fatture. Vera infatti ha sempre inseguito, oltre alla libertà, il sogno di diventare scrittrice: però «le storie bisogna pure finire di raccontarle», non lasciarle a metà, impantanate, un po' come la sua vita. L'amore accidentato con Franco – che riesce a farsi venire un attacco di panico mentre l'accompagna a una visita di controllo – non è l'àncora sicura per affrontare la nuova burrasca. Meglio tornare nella casa in cui è cresciuta, da quel cocciuto di suo padre, che pur di non far vedere a un medico la gamba che gli pulsa gira solo con scarpe di tela sfondate. Ed è proprio in una stanza chiusa a chiave di quella casa che Vera scopre decine di quaderni fitti fitti di parole: suo padre ha scritto un romanzo? Ma se ha la quinta elementare. Chissà se sono le storie che ci salvano, o siamo noi a doverle salvare.
28 min
23 Gen 2024

Il libro del giorno| Federica Manzon, Alma, Feltrinelli

Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l'imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell'isola, all'ombra del maresciallo Tito "occhi di vipera". A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l'infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, "dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie". Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all'improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all'altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l'Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato "un fratello, un amico, un antagonista", che Alma deve ricevere l'eredità del padre. Ma Vili è l'ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l'infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l'aria seducente respirata all'ombra del confine – e quello che sarà.
20 min
19 Gen 2024

Il libro del giorno | Francesco Pala, L'ultimo viaggio di Lenin, Neri Pozza

Autunno 1942, Siberia. Il sergente Dorotov ha pianificato il viaggio in ogni dettaglio. L'automezzo, un camion di fabbricazione sovietica ZIS-6, abbandonato dall'Armata Rossa per una falla nel radiatore, partirà da Tjumen' e attraverserà una serie di centri urbani per sottrarsi alle insidie delle campagne che potrebbero celare agenti della controrivoluzione. In ogni città dovrebbe esserci un manipolo di uomini scelti, pronto a contenere i rischi. L'uso della violenza non è stato escluso a priori. Lo scopo, uno solo: sottrarre al controllo delle autorità sovietiche il corpo imbalsamato di Vladimir Il'ič Ul'janov, anche noto come Lenin, che è stato spostato in fretta e furia dalla capitale minacciata dall'invasione nazista. Insieme al sergente Dorotov ci sono il soldato semplice Antonov, reduce da una lobotomia per aver notato una certa mobilità nel venerabile cadavere, e Olga, una donna dagli occhi verdi e ostinati che sembrano suggerire a chi le sta intorno l'urgenza di un matrimonio per spegnere quell'impudenza nel suo sguardo. Dietro di loro, l'impetuosa avanzata della 4 a armata corazzata tedesca del generale Hoth. Alla fine del percorso, sulla mappa, una sola scritta: Itinerarium mentis in Lenin. È così che l'ascetica determinazione del sergente Dorotov conduce i suoi compagni in un pellegrinaggio fisico e mentale attraverso la Grande Russia, un'avventura del pensiero alla ricerca della moralità incorrotta, della totale integrità ideologica, dell'assenza dei guasti che hanno rovinato il socialismo. In altre parole, di un mondo utopico e perfetto. Uno in cui nemmeno la morte esista più. La Repubblica popolare di Leninesia.
24 min
15 Gen 2024

Il libro del giorno | Vladimir Volkoff, Il montaggio, Sette colori

A 19 anni Alexsandr Dmitric Psar ha venduto, per i trent'anni a venire, la sua anima al diavolo. È accaduto a Parigi, nella chiesa di Notre Dame, e il diavolo indossava le vesti di un funzionario del Kgb. In cambio della sua dedizione alla causa, e una volta scaduti i termini, potrà finalmente mettere piede in quella Russia che non ha mai conosciuto e esaudire così, per interposta persona, quello che era sempre stato il desiderio di suo padre, Dmitri Alexsandrovic Psar, fuggito dal suo Paese ai tempi della Rivoluzione d'ottobre, ma rimasto per tutta la sua vita in terra di Francia un esule infelice. Nei trent'anni del patto faustiano, Alexsandr è stato un formidabile «agente di influenza» nel mondo editoriale francese. Ha veicolato informazioni false, ha praticato ogni disinformazione possibile e immaginabile, ha pianificato campagne intellettuali per minare tutto ciò che è alla base di ogni civiltà occidentale che si rispetti: la famiglia, il matrimonio, l'educazione, il rispetto per le istituzioni. Gli intellettuali francesi hanno abboccato all'amo e preso per vero ciò che era un sapiente «montaggio» di menzogne. Quando qualcuno fra loro ha subodorato il marcio, il Kgb ha fornito al suo agente-ombra tutto il necessario per neutralizzare il pericolo: ricatti a luci rosse, denaro per corrompere, violenza allo stato puro… Adesso che però il patto sta per arrivare alla sua data fatidica, Psar si accorge che il Cremlino, nella figura del suo superiore di Parigi, il maggior generale Abdulrakmanov, non è disposto a onorarlo e che l'ultimo «montaggio» che gli viene richiesto, la creazione di un finto dissidente grazie al quale gettare il discredito su quelli veri e fuoriusciti dall'Urss, in realtà è una trappola destinata a perderlo… Che fare, si chiede leninianamente Psar? Con con Stenio Solinas e con Claudio Gallo.
39 min
03 Gen 2024

Il libro del giorno | Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli, Vola golondrina, Giunti

Montefosco, paese dell'Appennino Tosco-Emiliano, pochi giorni prima delle elezioni del 18 aprile 1948. Il silenzio notturno è rotto dal rumore di una moto lanciata lungo la strada principale, mentre il suo guidatore canta a squarciagola con un accento straniero. Questo episodio si ripete per diverse notti, fino a che in una casa abbandonata viene trovato il cadavere di un uomo ucciso barbaramente, accanto alla sua motocicletta, una vecchia Guzzi GT 17 con sidecar. Bologna, 1972: in maggio le elezioni decreteranno l'inaspettato successo del Movimento sociale italiano- Destra nazionale. La giovanissima giornalista Penelope Rocchi, detta Lope, deve tornare a Montefosco, dove è nata, per scrivere un pezzo su Ardito Richeldi, candidato nelle liste del MSI e coinvolto in uno scandalo legato al finanziamento di gruppi neofascisti. Ardito è stato ucciso dai colpi di una Ruby, pistola degli anni '30 di fabbricazione spagnola ormai sparita dalla circolazione. Spagna, 1936. Allo scoppio della guerra civile il comunista italiano Pedro e l'anarchico Bakunin – fuggiti dalle persecuzioni fasciste attraverso la Francia – si sono uniti alle Brigate Internazionali: è qui che Pedro ha incontrato la militante Golondrina, se ne è innamorato e con lei ha dato vita alla piccola Maria… C'è un filo rosso che unisce questi personaggi e le loro storie: toccherà a Lope Rocchi trovarlo, stringerlo tra le dita, riavvolgerlo fino a far luce su ogni evento. Perché solo le donne e gli uomini che sanno fare i conti con i fantasmi del passato sono davvero liberi. Tra la Barcellona insanguinata della guerra civile e l'Italia degli anni Settanta in cui le ombre nere tornano a serpeggiare, Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli danno vita a personaggi vividi, indimenticabili, e ci regalano un grande romanzo sugli ideali per cui vale la pena di dare la vita, sulla storia che ritorna su se stessa e sull'amore che resiste.
24 min
01 Gen 2024

Il libro del giorno | Raffaella Romagnolo, Aggiustare l'universo, Mondadori

Ottobre 1945. L'anno scolastico inizia in ritardo. E il primo dell'Italia liberata e non è semplice ripartire dalle macerie. La maestra Gilla guarda con angoscia quei muri che fino a poche settimane prima alloggiavano nazisti. E arrivata a Borgo di Dentro per sfuggire alle bombe che martoriavano la sua Genova, e come tanti giovani ha combattuto e ha rischiato la vita, scommettendo sulla costruzione di un futuro migliore che altri compagni non vedranno. Ma ora non vuole pensare a quello che la guerra le ha tolto, e le ventitré allieve di quinta elementare che ha di fronte sono una ragione sufficiente per tenere a bada la tristezza. Al suono della campanella è rimasto un posto vuoto, in prima fila. La bambina a cui è destinato raggiunge la classe poco dopo, accompagnata dalla bidella e da un biglietto del direttore. Si chiama Francesca e arriva dal vicino orfanotrofio. E preparata, diligente, ma non parla e Gilla nei suoi occhi riconosce subito la tristezza di chi si trova solo in un mondo cui non appartiene. Per entrambe c'è stato un prima e c'è stato un dopo. Ma se Gilla del passato vorrebbe liberarsi, per Francesca è l'unico posto in cui desidera tornare. Perché lì sta la sua famiglia, quella per cui il suo nome era Ester e con cui viveva a Casale Monferrato, prima che i "provvedimenti per la difesa della razza" impedissero a suo padre di insegnare, a suo nonno di vendere stoffe, a lei e sua madre di condurre una vita degna di questo nome.
33 min
25 Dic 2023

Il libro del giorno | Buon Natale Perfidia, Exòrma

Con Mauro Orletti e Sara Ricci. I racconti di Natale più comici, surreali, intensi, strampalati, perturbanti, ironici, graffianti e paradossali. Niente si sottrae al comico, nemmeno il Natale! Decine, centinaia di racconti confortano l'inerzia della nostra immaginazione con una vigilia, con la neve, senza la neve, con il bambino che nasce, alberi e presepi, risvegli pieni di regali, altruismi, riscatti, canti e lucine. E se per una volta rinunciassimo a un commovente, caramelloso e rassicurante Natale? Qui si narrano Natali inaspettati, per lo più comici, esilaranti, svagati, poetici sì, ma anche cinici, problematici o addirittura perturbanti. Ventitré racconti e ventitré illustrazioni tra Babbi Natale precari, imprese dannunziane, fantasmi salutisti che scrivono, crisalidi natalizie e cronisti inaffidabili (cosa è successo veramente la notte in cui è nato Gesù?). Agli autori e alle autrici di questi racconti non manca una buona dose d'ironia e quella lucidità che permette di osservare la realtà nelle sue contraddizioni andando oltre l'ordine rasserenante e conciliante delle cose. Appassionati, generosi e idealisti, credono ancora nell'imprevisto, nel caotico, nel sorprendente come possibilità di riformulare il mondo. Racconti di: Paolo Albani, Roberto Barbolini, Marita Bartolazzi, Adrián N. Bravi, Emanuela Cocco, Raffaella D'Elia, Tommaso Lisa, Giovanni Maccari, Luigi Malerba, Gianfranco Mammi, Paolo Miorandi, Paolo Morelli, Mauro Orletti, Paolo Pergola, Sara Ricci, Jury Romanini, Massimo Roscia, Giuseppe A. Samonà, Giacomo Sartori, Francesco Spiedo, Stefano Tonietto, Mario Valentini, Andrea Zandomeneghi. Illustrazioni di: Paolo Beneforti, Marco Berlanda, Carlo Bordone, Nicoletta Calvagna, Giuditta Chiaraluce, Virgilio Cinque, Cecilia Cosci, Claudia D'Angelo, Jessica Lagatta, Tommaso Lisa, Fabio Magnasciutti, Marco Filicio Marinangeli, Chiara Nott, Andrea Pedrazzini, Alberto Piancastelli, Luciano Ricci, Lorenzo Santinelli.
30 min
06 Dic 2023

Il libro del giorno | Maurizio Salabelle, Da quando sono nato, Quodlibet

È un romanzo inedito di Maurizio Salabelle, che è sempre un piacere leggere, inconfondibile nel modo di scrivere, dove ogni frase è una sorpresa, che stupisce e fa sorridere per la delizia, con la sua aggettivazione inusuale che rompe i fraseologismi banali e automatici, e crea una scenografia fatta di oggetti laceri e in degrado inarrestabile; i quali trascinano con sé anche la vicenda narrata, leggermente allucinata e fuori da ogni canone medio o di moda. Scritto tra il 1994 e il 1995, racconta la vita breve, squinternata e molto molto insolita di Patrizio Rhuggi, dalla nascita alla morte, la quale per il calcolo delle probabilità – si legge alla fine del libro – al 50 per cento sta per arrivare. In alcuni appunti a margine Salabelle si era annotato che questo romanzo, assieme ai due precedenti Un assistente inaffidabile e Il mio unico amico, completa una trilogia sui temi del leggere, scrivere e far di conto; l'idea gli viene dal Pinocchio di Collodi, quando in un momento di buoni propositi dice: «Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere, e domani l'altro imparerò a fare i numeri» (cap. IX), però come si sa i buoni propositi di Pinocchio finiscono sempre male. E così i personaggi di Salabelle, che corrono dietro a uno scopo ma alla fine falliscono, cioè – annota Salabelle – «perseguono uno scopo il cui fine ultimo è il fallimento. Hanno il coraggio di perseguire il loro fine pur sapendo che falliranno, quindi sono personaggi a cui va tutta la mia stima». A suo onore diciamo che questo non sarà mai un libro da premio, quei premi strombettanti che diseducano il gusto; e però ai giurati del premio questo libro gli resterebbe impresso e col tempo si ricrederebbero | Con Ermanno Cavazzoni e Elena Frontaloni.
39 min
15 Nov 2023

Il libro del giorno | Caterina Saviane, Ore perse, Rina edizioni

Era il 1978 quando Ore perse. Vivere a sedici anni uscì per la collana Franchi narratori, curata nei primi due anni da Nanni Balestrini e in seguito da Aldo Tagliaferri, di Feltrinelli. Caterina Saviane, l'autrice, aveva diciotto anni e forse, inconsapevolmente, già dimostrava di essere una profonda scaltra giovane narratrice. La lucidità brutale e il sentire profondo di Saviane riflettono quella disillusione e la malinconica rabbia di una generazione di «pellepersa» che si trascina, «aggrovigliata di speranze», mai pronta a ribellarsi a «una tradizione marcia». Immersa nel suo presente, Saviane ha la consapevolezza, «aggrappata a questa insulsa macchina da scrivere», di raccontare e dare un nome ai propri sentimenti e pensieri in cui si riflettono l'irrequietezza emotiva, l'idealismo ardente e l'acutezza d'intelletto che la portano verso uno sfaldamento, una perdita, il vuoto. «La poesia mortale che sento dentro» si esprime in questo susseguirsi e alternarsi di dialoghi, considerazioni, confessioni, ma soprattutto di ricordi, con la frenetica volontà di afferrarli e fissarli nella memoria, sulla pagina. Ore perse è un libro difficile da definire, che si configura fra le opere di prosa poetica forse lontane dalla nostra tradizione letteraria; un diario atemporale in cui si delinea il «movimento ciclico incontenibile», come lo definì Andrea Zanzotto leggendo la Saviane poeta, di una condizione esistenziale complessa, sensibile, irriverente e dolorosa di una ragazza di sedici anni in cui chiunque stia attraversando o abbia attraversato quella «linea d'ombra» potrà ancora riconoscersi. Con Valerio Millefoglie
23 min
09 Nov 2023

Il libro del giorno | Antonio Rezza, Il fattaccio, La nave di Teseo

"Il corpo è da sempre territorio d'indagine della ricerca artistica di Antonio Rezza. In questo romanzo, però, un corpo intagliato ad arte diventa oggetto d'indagine in senso stretto: quando un "maniaco", facendo ritrovare per la città parti smembrate di una donna, sfida la Polizia in una lotta contro il tempo per salvare la sventurata. A capo dell'operazione è un commissario tormentato e irriverente, perseguitato dalle telefonate di una sorella in carrozzina; e dal senso di colpa che segue alla sua impossibilità a starle dietro (che sia per la contingenza del lavoro o per una precisa volontà di fuga da lei). Comincia allora una ricerca disperata e insieme esilarante, in cui a poco a poco la parola si svuota di significato e segue il ritmo dei significanti, in uno smembramento anche della forma. E del genere poliziesco, evidentemente, che a un certo punto assume i tratti del picaresco: ugualmente messo in discussione, poi, con la soluzione del giallo. Il risultato è un genere a sé. Il genere Rezza. Una prosa personalissima, capace in poche righe, con i suoi lampi, di sbalzare il lettore dal riso alla commozione e viceversa. Un turbine di frammenti in avvicendamento galoppante in cui si riflette continuamente quello che avviene in parallelo sul piano dei contenuti. Non solo il corpo della donna fatta a pezzi, ma anche quelli dei vecchi intanto posseduti carnalmente dal commissario, intenzionato a svelare un più alto mistero della morte proprio quando il corpo – appena prima di ridursi a carcassa vuota e inanimata – esprime il suo più acuto suono di vitalità." (Francesca Serafini)
20 min
23 Ott 2023

Il libro del giorno | Silvia Calderoni, Denti di latte, Fandango

Il tempo dell'infanzia, quello dei denti di latte e dello stupore per la scoperta di ciò che ci circonda, non passa, nel romanzo di esordio di Silvia Calderoni, si dilata, invece, come in un incantesimo, e tratteggia i pannelli di un'infanzia non conforme a Lugo, un piccolo paese della provincia italiana. Vedere, udire. Il campo sensoriale si apre. Agli occhi della protagonista la realtà si offre come spaventoso oggetto di indagine, nulla è in fondo come sembra, tutto va studiato, analizzato, sezionato, tutto è perimetro di proiezioni di sé, proiezioni che – nell'impossibilità di comunicare con i propri simili – offrono la possibilità di trovare quell'interlocutore che nella realtà manca. Silvia bambina abita e oscilla tra due regni, il primo, quello della veglia, il secondo, quello del sonno e del sogno, e in entrambi crea minuziosamente un mondo al quale aggrapparsi, dove fantasia e ricordi si intersecano e le permettono di salvarsi dal caos della natura o, semplicemente, dalla banalità del quotidiano. In questa cornice, dove anche l'oggetto più insignificante sembra custodire un segreto e sprigionare luce, i contorni delle figure dei genitori sono sfumati, e così le amicizie, non contano le cose ordinarie ma quelle che la protagonista colleziona e usa per costruire il proprio universo, al tempo stesso originale e qualunque. Ogni scenario diventa luogo di apparizioni stranianti, di giochi, nessuno spazio è neutro e, come l'infanzia di tutti noi, si apre al terrore e alla felicità estrema.
19 min
04 Ott 2023

Il libro del giorno | Benjamin Labatut, Maniac, Adelphi

Quando alla fine della seconda guerra mondia­le John von Neumann concepisce il MANIAC – un calcolatore universale che doveva, nel­le intenzioni del suo creatore, «afferrare la scienza alla gola scatenando un potere di cal­colo illimitato» –, sono in pochi a rendersi conto che il mondo sta per cambiare per sem­pre. Perché quel congegno rivoluzionario – parto di una mente ordinatrice a un tempo cinica e visionaria, infantile e «inesorabil­mente logica» – non solo schiude dinanzi al genere umano le sterminate praterie dell'in­formatica e dell'intelligenza artificiale, ma lo conduce sull'orlo dell'estinzione, liberan­do i fantasmi della guerra termonucleare. Che «nell'anima della fisica» si fosse annidato un demone lo aveva del resto già intuito Paul Eh­renfest, sin dalla scoperta della realtà quan­tistica e delle nuove leggi che governavano l'a­tomo, prima di darsi tragicamente la morte. Sono sogni grandiosi e insieme incubi tre­mendi, quelli scaturiti dal genio di von Neu­mann, dentro i quali Labatut ci sprofonda, lasciando la parola a un coro di voci: delle grandi menti matematiche del tempo, ma anche di familiari e amici che furono testi­moni della sua inarrestabile ascesa. Ci ritro­veremo a Los Alamos, nel quartier generale di Oppenheimer, fra i «marziani unghere­si» che costruirono la prima bomba atomi­ca; e ancora a Princeton, nelle stanze dove vennero gettate le basi delle tecnologie digi­tali che oggi plasmano la nostra vita. Infine, assisteremo ipnotizzati alla sconfitta del cam­pione mondiale di go, Lee Sedol, che soc­combe di fronte allo strapotere della nuova divinità di Google, AlphaGo. Una divinità ancora ibrida e capricciosa, che sbaglia, de­lira, agisce per pura ispirazione – a cui altre seguiranno, sempre più potenti, sempre più terrificanti.
28 min
12 Set 2023

Il libro del giorno | Alberto Riva, Ultima estate a Roccamare, Neri Pozza

Ci sono momenti magici in cui scrittori, artisti, critici condividono un luogo. E in quel luogo creano. Alberto Riva ci racconta di una pineta in Maremma a cui dobbiamo tutto. Perché in quel luogo sono stati scritti capolavori che leggiamo e rileggiamo ancora. Avevano casa a Roccamare Italo Calvino e Pietro Citati, Carlo Fruttero e Furio Scarpelli: facevano il bagno, camminavano, si scambiavano visite, cene, libri, parlavano di cinema, stavano in silenzio, si ascoltavano, ridevano, scrivevano. Come fu l'estate del 1985 in cui, lungo quella linea tirrenica, c'erano ancora tutti? L'estate in cui Calvino muore mentre scrive le sue Lezioni americane? Tornare su quella lunga spiaggia, le dune vagamente sahariane a perdita d'occhio fino a Marina di Grosseto, dove il signor Palomar osservava le onde e i seni delle bagnanti, significa ritrovare le tracce di una stagione indimenticabile fatta di amicizie struggenti e segrete corrispondenze: Federico Fellini, Mario Tobino, Milan Kundera, Carlo Cassola, Georges Simenon, Nico Orengo, Cesare Garboli, Fruttero & Lucentini e tanti altri. Dialoghi a distanza tra letteratura, cinema, pittura, musica e le voci di chi ancora ricorda, di chi c'era, di chi ci è passato, di chi ha amato e non dimentica. Ultima estate a Roccamare è la storia di un risveglio al sole, un viaggio nella creazione letteraria; un omaggio a un luogo bellissimo, a chi l'ha dipinto, a chi vi è approdato e a chi di lí è salpato. «Ecco che sorge la pianura. Il sole tramonta a ponente. C'è un momento in cui il borgo è una roccia nera. E il vento? Il vento c'è sempre stato, lo sa l'istrice e lo sanno i gabbiani»
39 min
04 Set 2023

Il libro del giorno | Igor Sibaldi, La Russia non esiste, Mondadori

Nil, nell'estate del 1919, è un bambino timido che pensa alla felicità, quando d'un tratto la Guerra civile travolge il suo piccolo mondo. Rimane solo, diventa uno dei tanti "ragazzini randagi" che nel sud della Russia campano di elemosine, furti e prostituzione. È il suo apprendistato al coraggio – il coraggio di "non essere mai stanco di vivere", nonostante tutto. Nei bassifondi, Nil impara a non voltarsi indietro, a sgattaiolare tra gli orrori e a gioire profondamente delle poche cose importanti: la libertà, l'amicizia, l'amore, nella sua banda di mendicanti armati di coltelli finlandesi. Impara anche a uccidere. E tutto questo gli servirà, nella vertiginosa carriera che lo attende. Viene reclutato dalla polizia politica e, come informatore dapprima, poi infiltrato, poi agente con incarichi speciali, vede da vicino i lussi e gli orrori del regime sovietico, l'ascesa e la caduta dei grandi del Cremlino, le stanze degli interrogatori e le esecuzioni nei sotterranei. I superiori gli si affezionano, perché Nil è bello, affascinante e spesso innamorato: si confidano con lui, lo guidano tra i molti pericoli di quegli anni feroci. Una qualche strana forza sembra proteggerlo sempre, non solo dalla morte ma dall'abbrutimento, dal fanatismo, dal gelido panico in cui tutti intorno a lui stanno precipitando: i molti maestri di vita ai quali si lega – capi della polizia, contesse, attrici famose, cospiratori, spie, vecchie sapienti – gli svelano, ognuno a suo modo, come affidarsi alla fortuna, all'ispirazione, al futuro che può cominciare in ogni istante, se non ci si lascia frenare dal presente, perché "sei perduto soltanto quando sei ciò che riesci a dire di te stesso". Nil continua a scoprire che la vita è un'ininterrotta rivelazione, anche in guerra, oltreconfine, nella Germania nazista, tra altri capi e altri terrori.
19 min
28 Ago 2023

Libro del giorno | Isaac Bahevis Singer, Max e Flora, Adelphi

Traduzione di Elisabetta Zevi. | Max basta vederla, quella Rashka appena quindicenne, per rimanerne abbagliato. E dire che finora tutto filava liscio: lui e la sua bella Flora, moglie e amica, complice e amante, sono tornati a Varsavia per procurarsi della «merce» per la loro fabbrica di borsette – in realtà, carne fresca per il florido bordello che gestiscono a Buenos Aires. Appena arrivati, si sono immersi, come un tempo, nel mondo di via Krochmalna, cuore pulsante del ghetto di Varsavia, sorta di corte dei miracoli, dove, all'inizio del Novecento, aleggia ancora un buon «odore di birra, mostarda, bagel caldi e pretzel» e trafficano i loro vecchi amici, gente come Meir Panna Acida, Leah Lingualunga, Itche il Guercio e Srulke il Tonto. Ma, come recita un antico detto yiddish, «dieci nemici non possono fare a un uomo il male che può fare a se stesso». E così sarà di Max Shpindler, un'altra delle indimenticabili figure della vasta commedia umana che Singer ha saputo mettere in scena: cinico e donnaiolo, in apparenza pienamente soddisfatto di sé e della propria ricchezza, pronto a finanziare un gruppo di anarchici se questo gli consente di far soldi, Max è in realtà tormentato da dubbi, e da domande a cui non trova risposta, e da tentazioni di morte – un tumulto che proprio l'incontro con l'irresistibile Rashka porterà con prepotenza alla luce. Dopo Keyla la Rossa e Il ciarlatano, un terzo, strepitoso inedito del grande scrittore polacco.
31 min
25 Ago 2023

Roberto Barbolini, Breve, brevissimo, Vallecchi

Perché scrivere un romanzo di settecento pagine quando perfino Delitto e Castigo si potrebbe condensare in un tweet? Se lo chiede il protagonista in uno dei testi fulminei che compongono questa raccolta, e dietro di lui non è difficile veder sogghignare quello scansafatiche dell'autore. Ma siamo sicuri che Roberto Barbolini sia un pigro, oppure è il mondo a essere insopportabilmente prolisso? In questo caso Breve brevissimo, autentico campionario di nanotecniche narrative, può costituire una salutare dieta dimagrante: romanzi in seicento battute, apocalissi d'una sola riga, interi sistemi filosofici condensabili in un semplice motto: mens nana in corpore vano. Passando dal microracconto all'aforisma, dalla fiaba rivisitata alla parodia, sotto l'egida di numi tutelari che vanno da Stanlio & Ollio ad Achille Campanile, il lettore viene trascinato nel vortice d'una scrittura che ricorre a tutte le risorse del comico e dell'ironia. Entriamo in un mondo "di là dello specchio" dove può capitare che la ragazzina dai capelli rossi cara a Charlie Brown sposi un pompiere, Gioachino Rossini diventi un Masterchef e Dracula s'innamori d'una celebre cantante italiana. Ma dietro la confusione delle favole ecco balenare l'istinto cannibale della satira contro i nuovi idoli della tribù. Forse Breve brevissimo, questa pulce di carta, si è un po' montata la testa; fatto sta che si ritiene un libro politicamente scorrettissimo.
28 min
18 Lug 2023

Aurora Tamigio, Il cognome delle donne, Feltrinelli

All'origine c'è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo. Finché nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, che "non aveva padre, madre o sorelle, perciò Rosa aveva trovato l'unico uomo al mondo che non sapeva come suonarle". È un amore a prima vista, dove la vista però non inganna. Rosa scappa con lui, si sposano e insieme aprono un'osteria, che diventa un punto di riferimento per la gente dei quattro paesi tutt'intorno. A breve distanza nascono il bel Fernando, Donato, che andrà in seminario, e infine Selma, dalle mani delicate come i ricami di cui sarà maestra. Semplice e mite, Selma si fa incantare da Santi Maraviglia, detto Santidivetro per la pelle diafana, sposandolo contro il parere materno. È quando lui diventa legalmente il capofamiglia che cominciano i guai, e un'eredità che era stata coltivata con cura viene sottratta. A farne le spese saranno le figlie di Selma e Santi: Patrizia, delle tre sorelle la più battagliera, Lavinia, attraente come Virna Lisi, e Marinella, la preferita dal padre, che si fa ragazza negli anni ottanta e sogna di studiare all'estero. Su tutte loro veglia lo spirito di Sebastiano Quaranta, che torna a visitarle nei momenti più duri.
23 min
12 Lug 2023

Eleonora G. Caruso, Doveva essere il nostro momento, Mondadori

Una ragazza è seduta su una ruota di scorta bucata, in mezzo al nulla della campagna novarese. I suoi capelli, un tempo rosa zucchero filato, ora sono un garbuglio di colori improbabili. Pochi riconoscerebbero in lei Cloro, celebrità di internet con milioni di follower in tutto il mondo. Insieme a lei, a tentare di riparare un'auto che ha macinato migliaia di chilometri, c'è Leo, trentaquattrenne disilluso, che dalla vita non ha avuto nulla di ciò che si aspettava - e dire che non si aspettava molto. Soltanto uno come lui, senza niente da perdere, avrebbe accettato di partire da Milano alla volta dell'entroterra catanese per recuperare un amico finito in una presunta setta in cui si vive come negli anni Novanta. La setta esiste davvero, all'interno di una masseria abbandonata, ed è guidata da Zan, un uomo ambiguo e magnetico convinto di aver compreso la Verità dopo un lavoro da incubo come moderatore di una piattaforma. Leo rimane alla masseria per tre mesi, ma si accorge di Cloro solo quando lei gli chiede un passaggio per Milano. Inizia così il loro viaggio in auto dalla Sicilia alla Lombardia, sedici ore previste che si dilatano in cinque giorni, attraverso varie tappe in città e paesini dalle atmosfere sempre più surreali, perché l'Italia sta per entrare in lockdown. Leo e Cloro, che non potrebbero essere più diversi, durante il viaggio ricostruiscono le loro vite e le ragioni che li hanno portati alla masseria, discutono, si fraintendono, si allontanano e si avvicinano di nuovo, più simili di quanto entrambi siano disposti ad accettare. Con "Doveva essere il nostro momento", Eleonora C. Caruso continua un percorso ideale iniziato con "Le ferite originali" e proseguito con "Tutto chiuso tranne il cielo" per consegnarci il suo romanzo più stratificato e compiuto. Attraverso i suoi personaggi mette in scena le paure, i desideri e i fallimenti di due generazioni, sempre sul punto di afferrare il senso - che continuamente sfugge - della propria esistenza nel mondo, a cui aggrapparsi quando ogni cosa sembra scivolare verso la rovina.
24 min
11 Lug 2023

Giovanni Dozzini, Il prigioniero americano, Fandango

Primavera del 1944. L'Europa è in fiamme, e sulle montagne dell'Appennino umbro-marchigiano si incrociano i destini di un uomo e una donna. Lui è il console degli Stati Uniti d'America Walter Orebaugh che, arrestato a Montecarlo sul finire del 1942 e tenuto confinato prima a Gubbio e quindi a Perugia, fugge nel gennaio 1944, per unirsi alla Brigata San Faustino, una banda partigiana composta da alcuni ufficiali dell'esercito italiano e da una schiera di giovani proletari della zona. Lei è Maria Keller, ballerina ungherese di tip-tap che nel dicembre del 1939, dopo aver girato per anni il Mediterraneo con una compagnia internazionale, è finita in carcere a Perugia con l'accusa di spionaggio al soldo dei Francesi, per poi fuggire dopo quattro anni raggiungendo i partigiani in montagna. È la primavera della grande offensiva partigiana e a Orebaugh viene richiesto di mettere la Brigata San Faustino in collegamento con il comando alleato, oltre la linea del fronte: quello che mancano sono le armi per affrontare il nemico che razzia e terrorizza il centro Italia. Ma lontano dai campi delle operazioni, dagli scontri tra i vari comandanti partigiani è la figura di Maria Keller ad agitare l'animo dei combattenti: come ha fatto a evadere? E se fosse una spia dei fascisti arrivata tra loro per spiarne le mosse? È possibile credere a quello che racconta? Ispirandosi a una storia vera, Giovanni Dozzini ricostruisce un pezzo della storia della Resistenza del nostro paese partendo da alcuni destini individuali emblematici, raccontandoci come ritrovarsi combattenti per la libertà spesso sia un caso, decidere di combattere è invece quasi sempre una scelta.
21 min
11 Lug 2023

La poesia del giorno: Guido Monti, La stanza della vita nuova

Guido Monti, dalla raccolta Le stanze, peQuod 2022. Una formidabile presenza di situazioni e figure popola questo nuovo libro di Guido Monti, che ci offre, ad ogni passo, pagine densissime di concretezza e vissuta realtà. Il suo stile si muove nella scelta di un ampio verso denso e prosastico, che è un efficace strumento per realizzare un percorso che si apre a un largo fiato narrativo. "Tra la magica progressione dei tempi e le solite storielle", pescando dalla memoria, o essendone coinvolto, tra riapparizioni da un tempo lontano e strappi di pena, Monti indaga l'evolversi o l'involversi di un mondo in cui vede l'affiorare e l'imporsi di nuove presenze e condizioni, pur se la sua sensibilità non può non registrare anche la luce, per esempio, di immagini femminili, come Nina, per quella che definisce una "liturgia d'amore". E nel corpo pulsante di questo suo articolato insieme, spesso anche inevitabilmente, umanamente contraddittorio, si affaccia il risalto delle più indimenticabili guide, dei protagonisti, nei diversi tempi e luoghi, della scrittura, come, per citare solo i primi che nelle varie pagine affiorano, Auden, Keats, Montale. Le stanze, è dunque la testimonianza di una piena maturità espressiva che fa di Monti una figura di riferimento della nuova poesia. Guido Monti (San Benedetto del Tronto, 1971) vive a Reggio Emilia. Recensore culturale per diverse testate tra le quali il «Manifesto», il settimanale svizzero «Azione» e la rivista culturale in rete «doppiozero», ha pubblicato il libro "Accademico di nessuna accademia, conversazioni con Gianni Scalia" (2010) e le seguenti raccolte di poesia: "Millenario inverno" (Book, 2007), "Fa freddo nella storia" (Stampa 2014), finalista al premio Pascoli. Suoi versi sono presenti anche in «Almanacco dello specchio», «Paragone», «Nuovi Argomenti». Ha curato per l'editore Demetra (Giunti 2020), la prefazione alla nuova edizione de "Il rosso e il nero" di Stendhal.
2 min
10 Lug 2023

La poesia del giorno: Guido Monti, Gli ospiti sono arrivati

Da Le stanze, peQuod 2022. Una formidabile presenza di situazioni e figure popola questo nuovo libro di Guido Monti, che ci offre, ad ogni passo, pagine densissime di concretezza e vissuta realtà. Il suo stile si muove nella scelta di un ampio verso denso e prosastico, che è un efficace strumento per realizzare un percorso che si apre a un largo fiato narrativo. "Tra la magica progressione dei tempi e le solite storielle", pescando dalla memoria, o essendone coinvolto, tra riapparizioni da un tempo lontano e strappi di pena, Monti indaga l'evolversi o l'involversi di un mondo in cui vede l'affiorare e l'imporsi di nuove presenze e condizioni, pur se la sua sensibilità non può non registrare anche la luce, per esempio, di immagini femminili, come Nina, per quella che definisce una "liturgia d'amore". E nel corpo pulsante di questo suo articolato insieme, spesso anche inevitabilmente, umanamente contraddittorio, si affaccia il risalto delle più indimenticabili guide, dei protagonisti, nei diversi tempi e luoghi, della scrittura, come, per citare solo i primi che nelle varie pagine affiorano, Auden, Keats, Montale. Le stanze, è dunque la testimonianza di una piena maturità espressiva che fa di Monti una figura di riferimento della nuova poesia. Guido Monti (San Benedetto del Tronto, 1971) vive a Reggio Emilia. Recensore culturale per diverse testate tra le quali il «Manifesto», il settimanale svizzero «Azione» e la rivista culturale in rete «doppiozero», ha pubblicato il libro "Accademico di nessuna accademia, conversazioni con Gianni Scalia" (2010) e le seguenti raccolte di poesia: "Millenario inverno" (Book, 2007), "Fa freddo nella storia" (Stampa 2014), finalista al premio Pascoli. Suoi versi sono presenti anche in «Almanacco dello specchio», «Paragone», «Nuovi Argomenti». Ha curato per l'editore Demetra (Giunti 2020), la prefazione alla nuova edizione de "Il rosso e il nero" di Stendhal.
2 min
19 Giu 2023

Il libro del giorno | Luca Scarlini, Le streghe non esistono, Bompiani

La Casa del Popolo, le festa de l'Unità, i comizi, il Vietnam, gli Inti Illimani, i corsi di russo: è l'universo del Retore, ex partigiano, comunista stentoreo e smanioso. Ma il Retore ha anche un bambino, Luca, che nel 1975 ha nove anni ed è affascinato da tutto ciò che sta dall'altra parte del cielo rispetto all'eroico furore paterno e ne riceve in cambio punizioni e sganassoni. Tra padre e figlio si erge la mamma, che – poiché partecipare a comizi e feste dell'Unità non frutta uno stipendio – lavora per pagare l'affitto e non appena il Retore chiude un occhio introduce il piccolo Luca al suo mondo di amiche femministe, gay e drag queen cultrici della "pericolosa" cultura angloamericana. La ribellione del protagonista alla prepotenza ideologica ed esistenziale paterna è tanto coraggiosa quanto vana: sono tempi in cui i padri hanno sempre l'ultima parola. Ma al termine di un anno cruciale, vissuto tra Sesto Fiorentino, il drammatico ricovero in un ospedale svizzero e la prospettiva di un viaggio di partito in Crimea, sarà la rovente campagna senese a offrire al figlio la chiave per sovvertire il claustrofobico sistema del Retore: qui Luca viene iniziato alla magia, misteriosa espressione della dionisiaca presenza femminile nell'universo. "Avrai accesso a una sapienza che è negata ai maschi... La foresta è femmina e rimane il luogo dello spavento" gli dice Graziosa, che forse è una eccentrica vecchina o forse una strega. E per lui diventa chiaro che "Bosco una volta, bosco per sempre: quella era la mia sola casa".
33 min
16 Giu 2023

Il libro del giorno | Fabio Genovesi, Oro puro, Mondadori

Palos, Spagna, agosto 1492. Nuno ha sedici anni, ed è un granchio. O almeno questo è il soprannome che gli ha dato sua madre, morta pochi mesi prima, di cui Nuno conserva un ricordo che è dolore e luce insieme. Pur vivendo sul mare, Nuno non ha mai desiderato solcarlo, e preferisce guardarlo restando aggrappato alla terra, proprio come fanno i granchi. Finché, per una serie di circostanze tanto sfortunate quanto casuali, deve imbarcarsi su una nave di cui ignora la destinazione. Si tratta della Santa María, a bordo della quale Cristoforo Colombo scoprirà – per caso e per sbaglio – il Nuovo Mondo. Mentre Nuno si renderà conto, lui che di navigazione non sa nulla, di condividere lo smarrimento coi suoi compagni molto più esperti: tutti spaventati da quell'impresa folle e mai tentata prima. Avendo imparato dalla madre a leggere e scrivere, Nuno diventa lo scrivano di Colombo, e trascorrendo ore ad ascoltarlo sente crescere l'entusiasmo per i grandi sogni di questo imprevedibile esploratore visionario. Attraverso lo sguardo di Nuno, percorriamo il viaggio più importante della storia dell'umanità: i giorni infiniti prima di avvistare terra, fino alla scoperta di un mondo nuovo, una nuova umanità, una nuova, diversa possibilità di intendere la vita. In questo Paradiso Terrestre, Nuno imparerà quanta ferocia, quanta avidità possa motivare le scelte degli uomini, ma anche la forza irresistibile dell'amore, che lo travolgerà fino a sconvolgere i suoi giorni e le sue notti.
26 min
15 Giu 2023

Il libro del giorno | Alessandro Mari, Qualcosa resta, Feltrinelli

Pedro ha un sospetto, una speranza, forse una fede: crede che il suo cane Lobo sia capace di fiutare la morte. E con un talento così, pensa, si potrebbe davvero impedire che muoiano le persone a cui vogliamo bene. Che muoiano troppo presto, almeno. Invece, ad andarsene anzitempo per un infarto è proprio Ida, la sua compagna, e lui si convince di averle "rotto il cuore". Pedro e Ida si erano conosciuti nella clinica veterinaria di Aridosa, città speciale sorta dalle macerie di un borgo grazie alla volontà e all'ingegno della Professora: un luogo dove i vecchi possono andare incontro alla fine con dignità e dove immigrati e seconde generazioni, accudendo loro, intanto reinventano l'Italia e la vita. A Ida, veterinaria di Aridosa, Pedro aveva confidato la sensazione che i problemi di salute di Lobo fossero, in realtà, segnali del suo straordinario talento. E adesso che Ida è morta, Pedro si colpevolizza e si dispera: non avendo saputo leggere i segnali mandati da Lobo, non è riuscito a salvarla. Ma col tempo – anche grazie al fratello di Ida che di questa storia è la voce narrante – Pedro capisce che Lobo non è attratto dall'odore della morte, ma da quello del bene che compiono certe persone: dal buono che si lasciano dietro, magari senza accorgersene. E allora da Aridosa, inseguendo la scia di quest'odore di buono, Pedro e Lobo iniziano un viaggio che è un'indagine nel sentimento del mondo: perché l'amore, in fondo, è un odore.
24 min
14 Giu 2023

Il libro del giorno | Evelina Santangelo, Il sentimento del mare, Einaudi

Il mare trabocca di storie: viste da terra, cercate fra le onde o luccicanti sul fondale. Vicende e avventure che hanno sempre qualcosa di epico, mitico ed estremo. E a raccontare questo mare corale è la voce della scrittrice colta in un momento di deriva della propria esistenza. È lei, ferita e stremata come dopo un naufragio, che ne raccoglie le tante storie con un'angolazione calda, narrativa, quasi investigativa: l'ostinazione di Carmelo, che ha cercato di dare una nuova esistenza a un capodoglio ucciso dall'uomo ricomponendone lo scheletro per anni; le parole di due apneisti, Fausto e Gaetano, che ci trasmettono con una concretezza visionaria cosa significa «sentirsi tutt'uno con l'acqua, sentirsi pesce, mare…»; la mattanza finita con la morte di un ragazzo pieno di vita; le gesta di chi – come Donald Crowhurst nel 1968 – il mare lo ha voluto sfidare in barca a vela, in un giro del mondo senza scali che lo ha portato alla follia; le disavventure di quanti hanno rischiato la vita tra pirati e banditi, o fronteggiato tempeste che nemmeno il coltello che taglia la coda di drago è riuscito a domare; le donne di Lipari, instancabili, che negli anni Cinquanta hanno affrontato fatiche immani per strappare magre risorse alla terra e alle onde. Il Mediterraneo è il mare tra le terre, il mare delle civiltà, e insieme il mare della vergogna, il mare dei migranti. Sulla sua superficie affiora pian piano anche la vita della donna che scrive: l'infanzia scatenata tra campagna e rocce, la passione matta per uno zio pescatore, la crisi che sta vivendo ora, mentre racconta da sopravvissuta anche lei, e si immerge d'inverno nell'acqua gelida alla ricerca di qualcosa che assomigli alla piú sfrenata vitalità, a una ridefinizione liquida di sé, forse. Tanto da poter dire: «Cosí adesso ho raccolto i miei venti favorevoli nel bicchiere di vino che sorseggio lentamente e sto in ascolto di quel che accade intorno e dentro di me…»
28 min
08 Giu 2023

Il libro del giorno | Simona Pedicini, Morte per grazia ricevuta, Fandango

Per evadere da una vita domestica costrittiva – un padre autoritario che la punisce rinchiudendola nella "stanza del silenzio" e una madre che vive solo nell'adorazione dei suoi figli maschi e nel culto di un misterioso Bambinello di cera – Sofia cerca l'amore altrove e lo rivolge, fin dall'infanzia, a una strana "creatura" che con i genitori frequenta la sua famiglia. Al di là dei generi e di ogni convenzione, insieme vivono ore felici: quelle delle fughe all'alba per raggiungere Marechiaro e stringersi al ritorno nell'odore di alghe, di scogli, di rocce bagnate dal mare; quelle dei giochi folli nel Regno, la stanza dai mobili rosa: lì danzano tra nuvole di talco, sono un Re e una Regina nel loro personalissimo Paradiso, si toccano e si accarezzano la pelle fino a farla diventare liscia come quella delle statue, si desiderano, si truccano, si travestono, si strappano e si scambiano il cuore, invocano la libertà di poter peccare; lì i due protagonisti magici si liberano della propria identità. Tutto è possibile in quel cerchio-mondo dove non esiste legge né identità, il mondo della festa dove il tempo ordinario si annulla, creazione allo stato puro. Almeno fino a quando un giorno, come nella più crudele delle fiabe, qualcuno mette fine a quell'armonia separandoli brutalmente, interrompendo un gioco indicibile che ha a che fare con la nascita di un bambino celeste. L'incanto dell'immaginazione si spezza.
19 min
07 Giu 2023

Il libro del giorno | Cinzia Leone, Vieni tu giorno nella notte, Mondadori

Un kamikaze si fa esplodere in un locale a Tel Aviv. Nella strage muore un giovane, si chiama Arièl Anav, è italiano e indossa la divisa dell'esercito israeliano. All'arrivo all'aeroporto Ben Gurion ai genitori, Micòl e Daniel, viene comunicato che per riavere il corpo del figlio dovranno attendere: lui e il terrorista suicida erano così vicini che la deflagrazione ne ha mischiato i resti. Come si chiama chi è orfano di un figlio? La parola non esiste. I figli ci crescono accanto ma di loro non conosciamo che una minima parte, il resto è mistero. Con i figli non si fanno calcoli, i figli si perdono e si ritrovano, ma Micòl il suo non può più ritrovarlo. Alla ricerca degli ultimi giorni di Arièl, la madre scopre i suoi segreti: un amore che scavalca muri e un'amicizia che può rovesciare il destino. Passioni inaspettate e fragilità misteriose, ferite che si rimarginano solo affondando la lama. Insieme a lei, con rimpianto e rabbia, con orgoglio e atroce nostalgia, anche il padre, la nonna, l'amante e l'amica affrontano il lutto. Ciascuno ha in testa il suo Arièl e ciascuno vuole inseguirlo dove non può più raggiungerlo. Tutti riusciranno a ricucire il passato e ritrovare se stessi. La morte chiama la morte, ma la vita pretende la vita e allo spartito scritto dal destino Micòl scoprirà di poter cambiare il finale. Le persone non si perdono, siamo noi che pensiamo di averle perdute.
27 min
06 Giu 2023

Il libro del giorno | Taniguchi Jiro, Sekikawa Natsuo, Al tempo di Bocchan, Coconinon Press

Ritorna dopo più di vent'anni nell'edizione definitiva il capolavoro di Taniguchi, il "poeta del manga", premiato col prestigioso Tezuka Osamu Award. Una saga ambiziosa e di grande respiro racconta il Giappone, la sua cultura e la sua società all'alba del Novecento, nel Periodo Meiji che segnò l'apertura all'Occidente e la transizione verso la modernità. Un'epoca complessa, attraversata da profonde inquietudini, narrata con minuzioso realismo tramite le vite di scrittori, intellettuali, uomini politici e ribelli. Protagonista del primo volume è Natsume S?seki, l'autore di celebri romanzi come Io sono un gatto e Bocchan/Il signorino. Attraverso la sua vita quotidiana, i dialoghi con gli amici su politica e letteratura, le bevute di birra e i tornei di judo, Taniguchi fa rivivere l'affresco malinconico di un'età perduta e ci guida alla scoperta delle radici del Giappone contemporaneo. Periodo Meiji (1868-1912): nel giro di pochi anni il Giappone affronta una rapida transizione dal feudalesimo alla modernità. Ai tempi di Bocchan è il multiforme affresco di una società attraversata da profonde inquietudini e opposte tensioni, divisa tra nostalgia delle tradizioni e curiosità per i tempi nuovi, tra l'elogio del passato e l'apertura verso l'Occidente, tra l'affermazione del capitalismo industriale e i moti di ribellione anarchici e socialisti. All'alba del Novecento poeti, scrittori e intellettuali sono le antenne più sensibili del cambiamento e le nostre guide in un labirinto di passioni. Tra loro Natsume S?seki, il protagonista di questo primo volume, raccontato nella sua quotidianità, dalle bevute di birra con gli amici ai tornei di judo, fino alla genesi di celebri romanzi come Io sono un gatto e Bocchan/Il signorino. Arte e vita, saggio storico e diario intimo si fondono in un'opera senza precedenti, necessaria per capire le radici del Giappone contemporaneo. Con Paolo La Marca
23 min
24 Mag 2023

Il libro del giorno | Daniele Scalise, Un posto sotto questo cielo, Longanesi

Bologna, 23 giugno 1858. Due guardie pontificie si presentano alla porta di Momolo e Marianna Mortara con un mandato della Santa Inquisizione. Da quel momento l'esistenza di una famiglia di modesti mercanti ebrei è destinata a essere per sempre sconvolta: le guardie hanno infatti l'ordine di portar via il sesto dei figli, Edgardo, di non ancora sette anni. I genitori, attoniti, chiedono invano spiegazioni, protestano, si disperano ma alla fine sono costretti a cedere ai gendarmi che trascinano via il figlioletto. È l'inizio brutale di una vicenda via via sempre più cruenta e destinata a punteggiare malamente la storia del nascente Stato italiano e della ormai fatale estinzione di quello pontificio. A nulla valgono gli appelli al papa di capi di Stato come Napoleone III, l'imperatore d'Austria e il presidente degli Stati Uniti né le voci di protesta di uomini di cultura e le suppliche di quelli di ogni fede. Pio IX è irriducibile: Edgardo Mortara, pur nato ebreo, appartiene alla Chiesa cattolica visto che una fantesca ha giurato di averlo battezzato di nascosto quand'era nella culla ritenendolo moribondo per via di un attacco di febbre. Vittima di un'epoca tempestosa, ­Edgardo vivrà tutta la vita all'interno dell'istituzione ecclesiastica, prima ragazzo confuso e solitario, poi sacerdote inquieto e disperato. Fino alla sua morte in un convento nei pressi di Liegi tre mesi prima che i nazisti invadano il Belgio, sarà pedina innocente sulla scacchiera di un potere spietato.
19 min
10 Mag 2023

Il libro del giorno | Alessio Torino, Cuori in piena, Mondadori

Corsi è venuto a passare l'estate dalla nonna a Pieve Lanterna, un borgo dell'Appennino umbro-marchigiano. Prima di tornare a Roma, il padre, che lo ha accompagnato, gli chiede di giurare che non si tufferà alle Caldare, dove l'anno prima è morto Andrea, il figlio di Arcangelo Gori. Peccato che lungo il corso del Burano si muova tutta l'estate degli adolescenti di Pieve Lanterna. E peccato che Corsi e i suoi amici siano messi di fronte a una nuova tragedia: il cane Asha è stato avvelenato con la metaldeide. Si dice che il colpevole sia Arcangelo Gori, diventato solitario e imprevedibile dopo la morte del figlio. La metaldeide non è il solo veleno di Pieve Lanterna. Ci sono residui che riemergono, attriti, umiliazioni che dai padri passano ai figli e intossicano le relazioni. E tuttavia l'estate è pur sempre estate: si va in bicicletta, si va per torrenti, si va sull'autoscontro e sul calcinculo, ci si tuffa nelle acque gelide delle cascate di Teria. E tutto si fa con un occhio alle ragazze, e specialmente a Federica e Céline, nipoti di minatori in Belgio tornate in visita ai parenti. Corsi si innamora di Céline – in competizione con Brat, il giostraio – e gli amici gli fanno da spalla. La notte di Ferragosto, mentre si accendono i fuochi d'artificio, si sente Arcangelo urlare il suo scomposto dolore. Come in un fossile, il passato si legge crudele e ostinato, e da quell'urlo in poi la violenza accelera, i misteri si infittiscono, prende velocità anche la furia dell'eros adolescente.
28 min
04 Mag 2023

Il libro del giorno | Marco Malvaldi, Oscura e celeste, Giunti

L'Europa è in guerra, le risorse scarseggiano ed è in corso una pandemia: no, non stiamo parlando di attualità ma dell'anno 1631. A Firenze la peste infuria, il Granduca dà disposizioni per limitare i contagi ma c'è chi sa trarre beneficio dalle situazioni di emergenza: tra gli altri, un "filosofo naturale" che con la scusa del morbo ha ottenuto di stampare il suo ultimo libro in città anziché a Roma, eludendo gli accaniti controlli dell'Inquisizione. È Galileo Galilei, l'uomo che con il suo "cannone occhiale" ha scoperto le fasi di Venere e i satelliti di Giove, che fa esperimenti sul pendolo e sulla caduta dei gravi e adesso sta per pubblicare il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: un'opera scritta in volgare affinché tutti possano capire che non l'uomo con i suoi dogmi bensì il Sole sta al centro dell'universo. La vista di Galileo, però, è sempre più appannata, e le sue minute devono essere trascritte per il tipografo dalla figlia Virginia, che ha preso il velo nel convento di San Matteo in Arcetri. E come osservando attentamente la Luna si scopre che è coperta di macchie, così anche un luogo di preghiera, a frequentarlo assiduamente, rivela aspetti inattesi: c'è chi dice, per esempio, che alcune sorelle "ricevano"; che in una cella il lume rimanga acceso troppo a lungo; che una notte si sia udito il suono di un corpo che cade… Galileo dovrà portare luce in un mistero più buio di una notte senza stelle, ma nulla può fermarlo perché lui sa che ogni cosa illuminata ha una parte oscura: sta a noi capire da che lato osservarla. E quando arriviamo a vederla nella sua interezza, ci avviciniamo alla nostra natura celeste.
22 min
25 Apr 2023

Il libro del giorno| Igiaba Scego, Cassandra a Mogadiscio, Bompiani

A Roma, il 31 dicembre 1990, una sedicenne si prepara per la sua prima festa di Capodanno: indossa un maglione preso alla Caritas, ha truccato in modo maldestro la sua pelle scura, ma è una ragazza fiera e immagina il nuovo anno carico di promesse. Non sa che proprio quella sera si compirà per lei il destino che grava su tutta la sua famiglia: mentre la televisione racconta della guerra civile scoppiata in Somalia, il Jirro scivola dentro il suo animo per non abbandonarlo mai più. Jirro è una delle molte parole somale che incontriamo in questo libro: è la malattia del trauma, dello sradicamento, un male che abita tutti coloro che vivono una diaspora. Nata in Italia da genitori esuli durante la dittatura di Siad Barre, Igiaba Scego mescola la lingua italiana con le sonorità di quella somala per intessere queste pagine che sono al tempo stesso una lettera a una giovane nipote, un resoconto storico, una genealogia familiare, un laboratorio alchemico nel quale la sofferenza si trasforma in speranza grazie al potere delle parole. Parole che, come un filo, ostinatamente uniscono ciò che la storia vorrebbe separare, in un racconto che con il suo ritmo ricorsivo e avvolgente ci svela quanto vicende lontane ci riguardino intimamente: il nonno paterno dell'autrice, interprete del generale Graziani durante gli anni infami dell'occupazione italiana; il padre, luminosa figura di diplomatico e uomo di cultura; la madre, cresciuta in un clan nomade e poi inghiottita dalla guerra civile; le umiliazioni della vita da immigrati nella Roma degli anni novanta; la mancanza di una lingua comune per una grande famiglia sparsa tra i continenti; una malattia che giorno dopo giorno toglie luce agli occhi.
20 min
21 Apr 2023

La poesia del giorno | Beatrice Zerbini, Arrivo sempre un poco dopo

Beatrice Zerbini, Arrivo sempre un poco dopo, dalla raccolta: D'Amore, Interno Poesia | Beatrice Zerbini, con la sua voce «unica, ironica e profonda» (così l'ha descritta Alba Donati, paragonandola per facilità di canto a V. Lamarque e W. Szymborska), è riuscita a trovare un nuovo e coinvolgente linguaggio per la poesia d'amore. D'amore è un libro che attraversa ed esplora il vortice mai quieto delle relazioni umane, mettendone a fuoco le emozioni e i sentimenti, restituendo a chi legge non solo una poesia semplice, diretta e coinvolgente, sorgiva nel ritmo dei versi, ma anche uno strumento di condivisione e di potente immedesimazione. Nella lettura si ritrovano le tematiche del dolore, del lutto, della memoria (alzheimeriana), dell'abbandono, dell'esperienza amorosa in ogni sua declinazione, con i suoi slanci di spiccata passione e con le sue perdite, senza dimenticare di lasciare una chiave di salvezza, ironica e leggera, cifra di un percorso unitario e organico che caratterizza i libri di Zerbini, che prende per mano i lettori e le lettrici, come se fossero all'interno di una storia. Dopo il successo di critica e di pubblico del suo libro di esordio (In comode rate), torna in libreria con una raccolta di poesie emozionanti e commoventi, in cui lo stile della versificazione si mette al servizio dell'esperienza personale dell'autrice e si fa universale. Amore, dolore, lutto, attraverso il lavoro psicoterapico, di cui non si fa segreto, entrano nel cono di luce della cura, in un turbinio di emozioni, tra il pianto e il riso.
47 sec
20 Apr 2023

La poesia del giorno | Beatrice Zerbini, Nel morire non mi muori mai

Beatrice Zerbini, Nel morire non mi muori mai, dalla raccolta: D'Amore, Interno Poesia | Beatrice Zerbini, con la sua voce «unica, ironica e profonda» (così l'ha descritta Alba Donati, paragonandola per facilità di canto a V. Lamarque e W. Szymborska), è riuscita a trovare un nuovo e coinvolgente linguaggio per la poesia d'amore. D'amore è un libro che attraversa ed esplora il vortice mai quieto delle relazioni umane, mettendone a fuoco le emozioni e i sentimenti, restituendo a chi legge non solo una poesia semplice, diretta e coinvolgente, sorgiva nel ritmo dei versi, ma anche uno strumento di condivisione e di potente immedesimazione. Nella lettura si ritrovano le tematiche del dolore, del lutto, della memoria (alzheimeriana), dell'abbandono, dell'esperienza amorosa in ogni sua declinazione, con i suoi slanci di spiccata passione e con le sue perdite, senza dimenticare di lasciare una chiave di salvezza, ironica e leggera, cifra di un percorso unitario e organico che caratterizza i libri di Zerbini, che prende per mano i lettori e le lettrici, come se fossero all'interno di una storia. Dopo il successo di critica e di pubblico del suo libro di esordio (In comode rate), torna in libreria con una raccolta di poesie emozionanti e commoventi, in cui lo stile della versificazione si mette al servizio dell'esperienza personale dell'autrice e si fa universale. Amore, dolore, lutto, attraverso il lavoro psicoterapico, di cui non si fa segreto, entrano nel cono di luce della cura, in un turbinio di emozioni, tra il pianto e il riso.
6 min
19 Apr 2023

La poesia del giorno | Beatrice Zerbini, Otto sette uno otto tre

Beatrice Zerbini, Otto sette uno otto tre dalla raccolta: D'Amore, Interno Poesia | Beatrice Zerbini, con la sua voce «unica, ironica e profonda» (così l'ha descritta Alba Donati, paragonandola per facilità di canto a V. Lamarque e W. Szymborska), è riuscita a trovare un nuovo e coinvolgente linguaggio per la poesia d'amore. D'amore è un libro che attraversa ed esplora il vortice mai quieto delle relazioni umane, mettendone a fuoco le emozioni e i sentimenti, restituendo a chi legge non solo una poesia semplice, diretta e coinvolgente, sorgiva nel ritmo dei versi, ma anche uno strumento di condivisione e di potente immedesimazione. Nella lettura si ritrovano le tematiche del dolore, del lutto, della memoria (alzheimeriana), dell'abbandono, dell'esperienza amorosa in ogni sua declinazione, con i suoi slanci di spiccata passione e con le sue perdite, senza dimenticare di lasciare una chiave di salvezza, ironica e leggera, cifra di un percorso unitario e organico che caratterizza i libri di Zerbini, che prende per mano i lettori e le lettrici, come se fossero all'interno di una storia. Dopo il successo di critica e di pubblico del suo libro di esordio (In comode rate), torna in libreria con una raccolta di poesie emozionanti e commoventi, in cui lo stile della versificazione si mette al servizio dell'esperienza personale dell'autrice e si fa universale. Amore, dolore, lutto, attraverso il lavoro psicoterapico, di cui non si fa segreto, entrano nel cono di luce della cura, in un turbinio di emozioni, tra il pianto e il riso.
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18 Apr 2023

La poesia del giorno | Beatrice Zerbini, Potrei scriverti una lunga lettera

Beatrice Zerbini, Potrei scriverti una lunga lettera, dalla raccolta: D'Amore, Interno Poesia | Beatrice Zerbini, con la sua voce «unica, ironica e profonda» (così l'ha descritta Alba Donati, paragonandola per facilità di canto a V. Lamarque e W. Szymborska), è riuscita a trovare un nuovo e coinvolgente linguaggio per la poesia d'amore. D'amore è un libro che attraversa ed esplora il vortice mai quieto delle relazioni umane, mettendone a fuoco le emozioni e i sentimenti, restituendo a chi legge non solo una poesia semplice, diretta e coinvolgente, sorgiva nel ritmo dei versi, ma anche uno strumento di condivisione e di potente immedesimazione. Nella lettura si ritrovano le tematiche del dolore, del lutto, della memoria (alzheimeriana), dell'abbandono, dell'esperienza amorosa in ogni sua declinazione, con i suoi slanci di spiccata passione e con le sue perdite, senza dimenticare di lasciare una chiave di salvezza, ironica e leggera, cifra di un percorso unitario e organico che caratterizza i libri di Zerbini, che prende per mano i lettori e le lettrici, come se fossero all'interno di una storia. Dopo il successo di critica e di pubblico del suo libro di esordio (In comode rate), torna in libreria con una raccolta di poesie emozionanti e commoventi, in cui lo stile della versificazione si mette al servizio dell'esperienza personale dell'autrice e si fa universale. Amore, dolore, lutto, attraverso il lavoro psicoterapico, di cui non si fa segreto, entrano nel cono di luce della cura, in un turbinio di emozioni, tra il pianto e il riso.
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17 Apr 2023

La poesia del giorno | Beatrice Zerbini, Nel cassetto della mia cucina

Beatrice Zerbini, Nel cassetto della mia cucina, dalla raccolta: D'Amore, Interno Poesia | Beatrice Zerbini, con la sua voce «unica, ironica e profonda» (così l'ha descritta Alba Donati, paragonandola per facilità di canto a V. Lamarque e W. Szymborska), è riuscita a trovare un nuovo e coinvolgente linguaggio per la poesia d'amore. D'amore è un libro che attraversa ed esplora il vortice mai quieto delle relazioni umane, mettendone a fuoco le emozioni e i sentimenti, restituendo a chi legge non solo una poesia semplice, diretta e coinvolgente, sorgiva nel ritmo dei versi, ma anche uno strumento di condivisione e di potente immedesimazione. Nella lettura si ritrovano le tematiche del dolore, del lutto, della memoria (alzheimeriana), dell'abbandono, dell'esperienza amorosa in ogni sua declinazione, con i suoi slanci di spiccata passione e con le sue perdite, senza dimenticare di lasciare una chiave di salvezza, ironica e leggera, cifra di un percorso unitario e organico che caratterizza i libri di Zerbini, che prende per mano i lettori e le lettrici, come se fossero all'interno di una storia. Dopo il successo di critica e di pubblico del suo libro di esordio (In comode rate), torna in libreria con una raccolta di poesie emozionanti e commoventi, in cui lo stile della versificazione si mette al servizio dell'esperienza personale dell'autrice e si fa universale. Amore, dolore, lutto, attraverso il lavoro psicoterapico, di cui non si fa segreto, entrano nel cono di luce della cura, in un turbinio di emozioni, tra il pianto e il riso.
1 min
14 Apr 2023

Il libro del giorno | Francesca Capossele, L'abitudine sbagliata, Playground

Maria, Bruno e Lalla sono amici da sempre, anzi "fratelli. Complici. Se preferite, soldati nella stessa trincea". La trincea è quella dell'infanzia e dell'adolescenza, trascorse nel quartiere periferico di una città di provincia del Nord Italia, quando ancora non esistevano computer o smartphone, e le distanze sembravano più reali e meno addomesticabili. I tre amici sono visti con sospetto dagli adulti perché giovani, ma soprattutto perché portatori, ciascuno a modo proprio, di una diversità irriducibile, di un fastidioso senso di estraneità rispetto a quell'ambiente e a suoi valori, e infine perché portatori di un irresistibile desiderio di libertà, che li spinge da sempre, e con consapevolezza, a ribellarsi ai piani, ai progetti e ai destini pianificati dai loro genitori. L'inevitabile fuga li porta in una grande città dove conoscono Luigi, detto Luis, un loro coetaneo che avrà un effetto deflagrante all'interno del terzetto, un tempo inossidabile. Con Luis, infatti, entra nelle loro vite, per vie contorte e impreviste, l'amore e il sesso, e di seguito l'aspirazione a un futuro nel quale "potersi sempre dire la verità" o anche "essere cattivi insieme". Luis, incapace di accettare la propria omosessualità, si fidanza in un primo tempo con Maria, salvo poi ammettere di non potercela fare. A quel punto, sebbene consapevole dei rischi, Luis si innamora di Bruno, che però ha un'idea dell'amore e delle relazioni totalizzante, persino violento. Tra entusiasmi, gelosie, innamoramenti e disincanti, Maria, Bruno, Lalla e Luis tentano di creare la loro piccola repubblica utopica in cui preservare amicizia e affetto. Però il loro progetto si scontra con la realtà delle diverse aspettative, e con le complicazioni delle diverse biografie. Come ricorda Maria, infatti: "Eravamo giovanissime e la rappresentazione mentale che io e Lalla avevamo dell'omosessualità non era per nulla drammatica, si iscriveva nell'idea che una persona dovesse essere libera di fare ciò che voleva. La ferita, il conflitto, il continuo doppio gioco li abbiamo imparati vivendo accanto a Bruno, anno dopo anno."
24 min
29 Mar 2023

Il libro del giorno | Massimo Cecchini, Il bambino, Neri Pozza

Il Bambino è un romanzo che lascia dei segni profondi. Il Bambino oggi ha quasi sessant'anni. Per tutta la sua esistenza è vissuto in una famiglia che ha protetto il suo handicap neonatale, immolandosi completamente: perdendo denaro, vita, carriere senza alcun rimpianto, senza avere dubbi. Il Bambino, che si chiama Angelino, non parla, non si ha certezza intenda quello che gli si dice, è autolesionista, ha perso la vista colpendosi ripetutamente le tempie con i pugni. E ha obbligato i genitori a continui viaggi notturni, per centinaia di chilometri, ogni notte, con il bel tempo e con la neve: perché è l'unico modo per farlo stare calmo. Il Bambino è una storia vera, raccontata senza filtri, con una scrittura asciutta e aspra. La vicenda si snoda dagli anni Sessanta del secolo scorso per arrivare fino ai giorni nostri, e racconta la parabola di una coppia che sceglie la strada di un amore impervio e dirompente. Pietro e Anna Bonaventura, giovani appartenenti alla borghesia romana, sembrerebbero essere il paradigma della consuetudine finché non irrompe nella loro vita Angelo, il loro unico figlio. Angelo calamita attorno a sé l'attenzione e la cura incessante di tutta la famiglia, anche perché le sue patologie, con il passare degli anni, si aggravano, rendendo necessario l'aiuto di un numero sempre maggiore di persone per la sua gestione. Così nella vita di Pietro, Anna e Angelo entrano una serie di personaggi, prime fra tutte due domestiche filippine, Nora e Roselyn, che accompagneranno i Bonaventura per gran parte della loro vita. L'altro protagonista del romanzo è Lorenzo, il giovane autista di cui Angelo ha bisogno quotidianamente. Questo è un romanzo sulla tenacia, sulla dedizione, ma anche sull'insensatezza. Un libro estremo che ci lascia indifesi di fronte al peso di un dramma esistenziale che non ha mai vie di uscita. Come fosse un destino scritto da un dio impazzito.
27 min
23 Mar 2023

Il libro del giorno | Simona Baldelli, Il pozzo delle bambole, Sellerio

Nina viene abbandonata in un orfanotrofio nell'immediato dopoguerra. Le suore fanno la cresta sul vitto e le elemosine, il confine fra disciplina e oppressione è molto sottile e le punizioni corporali e psicologiche sono parte integrante del sistema di educazione. Quando Nina compie sette anni, arriva Lucia, che ha la sua età e non possiede la scorza necessaria per salvarsi dall'insensata cattiveria delle monache. Nina si sente in dovere di difenderla. Insieme all'amicizia, scopre la differenza fra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, mentre cresce in lei il senso di esclusione. Oltre le mura dell'istituto c'è un mondo al quale loro non hanno accesso e dove accadono fatti clamorosi – la nascita della televisione, il discorso rivoluzionario di un reverendo nero, l'assassinio di J.F. Kennedy, dighe che straripano e trascinano a valle migliaia di corpi, la morte del Papa buono. Quando a diciott'anni Nina esce dall'orfanotrofio trova davanti a sé un continente inesplorato. La sua vita sembra iniziare da capo: incontra nuove amiche, con loro partecipa a manifestazioni e scioperi e alla storica occupazione del grande tabacchificio di Lanciano, nel maggio del 1968, durata per ben quaranta giorni. Le vicende private e sentimentali delle ragazze si mescolano a quelle pubbliche, tutto attorno l'Italia cambia, pare lasciarsi indietro l'oscurità del passato, scopre i consumi e le réclame, la moda e le prime utilitarie, mentre le radio a transistor raccontano una trasformazione dei costumi a tempo di canzoni. La colonna sonora di ciò che poteva essere e non è stato.
24 min
21 Mar 2023

Il libro del giorno | Antonella Lattanzi, Cose che non si raccontano, Einaudi

Non è mai il momento giusto per fare un figlio. Prima vogliamo vivere, viaggiare, lavorare. Antonella vuole diventare una scrittrice: la sua è un'ambizione assoluta, senza scampo. Per questo a vent'anni, per due volte, interrompe volontariamente la gravidanza. Quando anni dopo si sente invece pronta, con un compagno a fianco, è il suo fisico a non esserlo. E cosí inizia l'iter brutale dell'ostinazione, dell'ossessione, della medicalizzazione. Certi supplizi, le aspirazioni inconfessate, la felicità effimera e spavalda, la sofferenza e la collera. Si direbbe una storia già scritta, ma qui non c'è nulla di consueto: è come raccontare da dentro una valanga, con la capacità incredibile, rotolando, di guardarsi e non crederci, e sfidarsi, condannarsi, sorridersi per farsi coraggio. In un crescendo di indicibile potenza narrativa, Antonella Lattanzi descrive (sulla sua pelle) la forza inesorabile di un desiderio che non si ferma davanti a niente, ma anche i sensi di colpa, l'insensibilità di alcuni medici, l'amicizia che sa sostenere i silenzi e le confidenze piú atroci, il rapporto di coppia sempre sul punto di andare in frantumi, la rabbia ferocissima verso il mondo (e le donne incinte). Tenendo il lettore stretto accanto a sé, incollato alla pagina, con un uso magistrale del montaggio, capace di creare una suspense da thriller. La cosa strabiliante è che pur raccontando una storia eccezionale, e cruda, questo romanzo riesce in realtà a parlare in modo vero, e profondamente attuale, di tutte le donne – madri e non madri – che in un punto diverso della loro vita si sono chieste: desidero un figlio? qual è il momento giusto? dovrò rinunciare a me stessa, alle mie ambizioni? e perché tutte restano incinte e io no?
32 min
20 Mar 2023

Il libro del giorno | Sebastiano Nata, Memorie di un infedele, Bompiani

Tommaso Alfieri guarda la sua vita e si rende conto di averla sperperata. Ha fatto carriera, ha viaggiato per mezzo mondo, ha avuto donne audaci, ma di tutto questo pare che non gli sia rimasto nulla. Ha perso Evelina, moglie adorata che ha trovato attenzione altrove, e i figli hanno preso le loro strade. È solo. Crede di aver capito dove ha sbagliato, vorrebbe restituire il giusto valore ai suoi giorni, però non sa quanti gliene rimangano: se è facile mettere al sicuro i soldi guadagnati, niente è garantito nell'esistenza di un uomo, specie se la salute vacilla. Tommaso non si arrende, insegue ciò che gli sembra possibile. "Vivere quello che resta, ricordare. E conoscere qualcuna delle mille cose che non so. Comincio in ritardo, ho poco tempo, ma spero di non sprecarlo più." Per questo forse accetta di aiutare Jolanda, albanese dagli occhi molto celesti confinata in un campo alla periferia di Roma, che però con lui si fa esigente fino alla sfrontatezza. Per questo, abbandonato lo storytelling aziendale, racconta fiabe al nipotino Giovanni cullandosi nel tepore di un affetto incondizionato. Si commuove spesso, Tommaso, piange perfino di fronte a una statua, la Pietà Rondanini. Dentro una baracca di lamiere e cartone, fra le pagine di un libro di favole, ai piedi di un capolavoro del non finito "che ci ricorda che noi apparteniamo a un amore infinito" succede comunque qualcosa: Tommaso intravede la via per una rinascita, non importa quanto effimera.
24 min