Tre soldi Dalla vergogna all'orgoglio - 50 anni dai moti di Stonewall
Dalla vergogna all'orgoglio - 50 anni dai moti di Stonewall
All'una e venti del mattino di sabato 28 giugno 1969, un gruppo di agenti fece irruzione nello Stonewall Inn, il bar gay più famoso di New York, a Christopher Street, nel cuore del Greenwich Village. Non era la prima volta. Erano anni neri per la comunità gay americana. I rapporti omosessuali erano illegali in 49 stati su 50 e puniti con il carcere. Disconosciuti dalle famiglie, allontanati dalle scuole, impossibilitati a trovare un lavoro, molti cercavano rifugio a New York. La città era diventata il punto di arrivo per molti giovani gay da tutto il Paese; ma anche qui la vita non era facile. Bisognava fare i conti con la brutalità della polizia. Come altri bar gay, lo Stonewall, gestito dalla mafia italoamericana, era soggetto a blitz della polizia. Era un locale fuorilegge perché pur non avendo licenza offriva alcol e per giunta lo serviva ai gay. Tutte le retate avevano lo stesso copione. I poliziotti arrivavano, umiliavano i clienti del bar, li identificavano, spesso li arrestavano. A volte li trascinavano nelle toilette per verificare che gli abiti indossati corrispondessero al genere biologico. Ma quella sera d'estate accadde qualcosa. I clienti dello Stonewall - gay, lesbiche, trans, drag queen - capirono di non essere più disposti a subire umiliazioni e violenza. E si ribellarono. Iniziarono a lanciare monetine, sassi, oggetti, poi bidoni della spazzatura. Quella notte tracciò il confine tra la vergogna e l'orgoglio per la comunità gay newyorkese. Seguirono cinque giorni di proteste e sommosse, oggi conosciuti come i Moti di Stonewall. Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni – giornaliste freelance – sono tornate al Village per raccogliere la preziosa testimonianza di alcuni degli ultimi protagonisti dei Moti del '69. Ma anche per raccontare la forza propulsiva che Stonewall continua a sprigionare oggi. "Dalla vergogna all'orgoglio - 50 anni dai moti di Stonewall" di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni.