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Radio3 Mondo Debiti studenteschi e aborto: una campagna tutta americana | Ruanda, 30 anni dopo

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Debiti studenteschi e aborto: una campagna tutta americana | Ruanda, 30 anni dopo

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha fatto sapere che annuncerà l'alleggerimento del debito studentesco per milioni di persone e ha detto che lo farà nel corso di un incontro con gli Stati più importanti, gli Swing States, in vista delle elezioni presidenziali di novembre. Il suo rivale Donald Trump ha intanto preso un chiaro posizionamento sull'aborto, sollevando perplessità in alcuni ambienti conservatori, che però hanno ribadito il supporto alla sua campagna elettorale sottolineando come Trump sia l' "unico candidato" repubblicano in corsa, e che dunque vada comunque votato. Ne parliamo con Alessia De Luca, giornalista e responsabile ISPI per le relazioni transatlantiche. | La Francia "avrebbe potuto fermare il genocidio" del 1994 in Ruanda "con i suoi alleati occidentali e africani" , ma "non ne aveva la volontà" , ha detto Emmanuel Macron. Parole pronunciate dall'Eliseo, che sono state poi interpretate come un passo avanti nel riconoscimento delle responsabilità francesi nel genocidio tutsi commesso 30 anni fa in Rwanda. In occasione dell'anniversario domenica scorsa, però, Macron non ha voluto pronunciare la parola "genocidio". Secondo alcuni analisti la Francia, fedele alleata dei regimi ruandesi che hanno pianificato e poi eseguito il genocidio contro i tutsi, trova ancora estremamente difficile, trent'anni dopo gli eventi, guardarsi allo specchio. Proprio in Francia tra l'altro, a partire dal 1994, si sono rifugiati molti responsabili dei massacri: le indagini su una trentina di casi sono ancora in corso e finora sono state emesse solo sette condanne. Oggi, sempre in Francia, c'è chi si batte per accelerare i giudizi. In Ruanda, invece, i "gacaca", i tradizionali tribunali popolari e comunitari, si sono rivelati degli strumenti che hanno funzionato e che hanno reso possibile il raggiungimento di una giustizia riparativa. Ne parliamo con Silvana Arbia, capo della cancelleria della Corte penale internazionale dell'Aia, ha lavorato fino al 2008 come procuratore e poi chief of prosecutions presso il Tribunale penale internazionale per il Ruanda. Da questa esperienza è nato il libro "Mentre il mondo stava a guardare" (Mondadori, 2011). Ai microfoni Anna Maria Giordano.

09 Apr 2024