Benvenuto in RaiPlay Radio. Questa la legenda per navigare tra i contenuti tramite tastiera.
I link principali corrispondenti alle varie sezioni del giornale sono stati associati a tasti di scelta rapida da tastiera.
Premere ALT + la lettera o il numero desiderat0 + INVIO:
ALT + 1 = Vai al canale Rai Radio 1
ALT + 2 = Vai al canale Rai Radio 2
ALT + 3 = Vai al canale Rai Radio 3
ALT + 4 = Vai al canale Rai Radio Tutta Italiana
ALT + 5 = Vai al canale Rai Radio Classica
ALT + 6 = Vai al canale Rai Radio Techetè
ALT + 7 = Vai al canale Rai Radio Live
ALT + 8 = Vai al canale Rai Radio Kids
ALT + 9 = Vai al canale Isoradio
ALT + 0 = Vai al canale Gr Parlamento
ALT + P = Play - ascolta la radio
ALT + 2 = Vai al canale Rai Radio 2
ALT + 3 = Vai al canale Rai Radio 3
ALT + 4 = Vai al canale Rai Radio Tutta Italiana
ALT + 5 = Vai al canale Rai Radio Classica
ALT + 6 = Vai al canale Rai Radio Techetè
ALT + 7 = Vai al canale Rai Radio Live
ALT + 8 = Vai al canale Rai Radio Kids
ALT + 9 = Vai al canale Isoradio
ALT + 0 = Vai al canale Gr Parlamento
ALT + P = Play - ascolta la radio
I teatri alla radio
La drammaturgia post-eduardiana – Intervista a Enzo Moscato e Ritornanti, 1a parte

Ascolta l'audio
Conversazione, a cura di Silvana Matarazzo, con uno dei protagonisti della rinascita della scrittura teatrale degli anni Ottanta, regista e interprete di una rielaborazione di suoi testi, "Ritornanti", il cui titolo è mutuato da Anna Maria Ortese, in onda su Radiotre nel 2002 .
Continua lo Speciale dedicato agli autori partenopei affermatisi sulla scena italiana agli inizi degli anni Ottanta, dando vita al fenomeno della cosiddetta Nuova drammaturgia, termine con cui i critici indicano gli scrittori che fanno ricorso a modalità espressive diverse dai canoni linguistici utilizzati nella scrittura teatrale tradizionale.
Con la fine della stagione dell’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta che rifiutava la centralità del testo a favore di una visione totale della rappresentazione, si avverte la necessità di raccontare storie che sappiano descrivere i profondi mutamenti culturali avvenuti nella società italiana dalla fine degli anni Cinquanta sia per quel che riguarda il piano della lingua che dell’immaginario. La parola torna a essere recepita come il veicolo principale per mettere in scena non solo le contraddizioni e disillusioni innescate dalle trasformazioni sociali, ma anche il mondo privato, quello dei sentimenti e delle relazioni, così spesso permeato dal malessere, dalla solitudine e dalla paura.
I personaggi che animano le opere di Manlio Santanelli, Annibale Ruccello ed Enzo Moscato – i tre drammaturghi che hanno dato vita alla rinascita della scrittura teatrale del dopo Eduardo – sono per lo più degli emarginati che non riescono a integrarsi ai nuovi modelli culturali, molto spesso incentrati su un edonismo consumista e individualista, dei disadattati che vivono la realtà come un elemento perturbante ed estraneo al proprio microcosmo. La lingua in cui comunicano è una lingua primordiale, materna, in cui espressioni della cultura alta si fondono a espressioni gergali, frasi idiomatiche, amalgamate da un dialetto pastoso, caldo, in grado di conferire alle parole una loro fisicità e di tradurle in gesti, in stati d’animo precisi.
Lo Speciale sulla drammaturgia post-eduardiana, curato da Silvana Matarazzo, comprende alcune opere degli autori citati, ormai diventati dei classici, sulla scia di Viviani e di Eduardo, le interviste a Santanelli e a Moscato, le testimonianze del regista Pierpaolo Sepe e di Isa Danieli che ricordano Annibale Ruccello, morto a trent’anni nel 1986 in seguito a un incidente d’auto, un’intervista a Luciana Libero, autrice del libro edito da Guida alla fine degli anni Ottanta “Dopo Eduardo. Nuova drammaturgia a Napoli”, e una lunga conversazione con Giulio Baffi, presidente dell’Associazione nazionale dei critici di teatro, profondo conoscitore della scena partenopea.
Con la fine della stagione dell’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta che rifiutava la centralità del testo a favore di una visione totale della rappresentazione, si avverte la necessità di raccontare storie che sappiano descrivere i profondi mutamenti culturali avvenuti nella società italiana dalla fine degli anni Cinquanta sia per quel che riguarda il piano della lingua che dell’immaginario. La parola torna a essere recepita come il veicolo principale per mettere in scena non solo le contraddizioni e disillusioni innescate dalle trasformazioni sociali, ma anche il mondo privato, quello dei sentimenti e delle relazioni, così spesso permeato dal malessere, dalla solitudine e dalla paura.
I personaggi che animano le opere di Manlio Santanelli, Annibale Ruccello ed Enzo Moscato – i tre drammaturghi che hanno dato vita alla rinascita della scrittura teatrale del dopo Eduardo – sono per lo più degli emarginati che non riescono a integrarsi ai nuovi modelli culturali, molto spesso incentrati su un edonismo consumista e individualista, dei disadattati che vivono la realtà come un elemento perturbante ed estraneo al proprio microcosmo. La lingua in cui comunicano è una lingua primordiale, materna, in cui espressioni della cultura alta si fondono a espressioni gergali, frasi idiomatiche, amalgamate da un dialetto pastoso, caldo, in grado di conferire alle parole una loro fisicità e di tradurle in gesti, in stati d’animo precisi.
Lo Speciale sulla drammaturgia post-eduardiana, curato da Silvana Matarazzo, comprende alcune opere degli autori citati, ormai diventati dei classici, sulla scia di Viviani e di Eduardo, le interviste a Santanelli e a Moscato, le testimonianze del regista Pierpaolo Sepe e di Isa Danieli che ricordano Annibale Ruccello, morto a trent’anni nel 1986 in seguito a un incidente d’auto, un’intervista a Luciana Libero, autrice del libro edito da Guida alla fine degli anni Ottanta “Dopo Eduardo. Nuova drammaturgia a Napoli”, e una lunga conversazione con Giulio Baffi, presidente dell’Associazione nazionale dei critici di teatro, profondo conoscitore della scena partenopea.