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Pezzi da 90
Charlie Chaplin, che tragicommedia é la vita

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Il 25 dicembre 1977 scompariva una delle stelle più fulgide del cinema: Charlie Chaplin. La vita oltre la maschera del suo malinconico e immortale alter ego: Charlot.
C'é un ritratto di Charlie Chaplin (e del suo doppio Charlot) del critico cinematografico Giovanni Grazzini che coglie perfettamente la personalità del grande cineasta inglese e il senso artistico della sua opera: fu scritto sul Corriere della Sera il 27 dicembre del 1977 ,due giorni dopo la morte del'artista.Eccolo: "Aveva nel sorriso il pianto del mondo e nelle lacrime delle cose faceva brillare la gioia della vita.Testimone universale, commosse e rallegrò i cuori di tutte le razze e latitudini,ovunque si celebrasse il processo all'iniquità,ovunque dal dolore potessse scaturire la protesta del debole sopraffatto e il riscatto dell'umiliato".
Fu un uomo profondamente progressista Chaplin, nel senso più alto del termine.Per la sua tensione etica e per la coerenza con le sue idee pagò di persona anche un duro prezzo: basti pensare che fu costretto ad abbandonare gli Stati Uniti per la critica al meccanismo produttivo alienante del capitalismo sfrenato di quel paese.In questo fu anche molto anticipatore sui tempi.Pensiamo,per esempio,alla corrosiva critica dell'alienazione della classe operaia presente in "Tempi moderni" (1936). Modernissima, appunto.
Una critica tanto più efficace perchè utilizzava uno strumento da sempre vincentre, l'ironia.Dice Chaplin: "La vita è una tragedia se vista in primo piano, ma è una commedia se vista in campo lungo".
Claudio Licoccia
Musica:
Killing Jar- Siouxsie and the Banshees- sigla di apertura
Inserti:
L'intervistatrice Franca Valeri Gran Varietà 1967
brani da "Charlie Chjaplin oltre la maschera di Charlot" per i 40 anni dalla morte-La grande Radio-Radio3
inserto da La febbre dell'oro" di Charlie Chaplin
inserto da "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin
Fu un uomo profondamente progressista Chaplin, nel senso più alto del termine.Per la sua tensione etica e per la coerenza con le sue idee pagò di persona anche un duro prezzo: basti pensare che fu costretto ad abbandonare gli Stati Uniti per la critica al meccanismo produttivo alienante del capitalismo sfrenato di quel paese.In questo fu anche molto anticipatore sui tempi.Pensiamo,per esempio,alla corrosiva critica dell'alienazione della classe operaia presente in "Tempi moderni" (1936). Modernissima, appunto.
Una critica tanto più efficace perchè utilizzava uno strumento da sempre vincentre, l'ironia.Dice Chaplin: "La vita è una tragedia se vista in primo piano, ma è una commedia se vista in campo lungo".
Claudio Licoccia
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Inserti:
L'intervistatrice Franca Valeri Gran Varietà 1967
brani da "Charlie Chjaplin oltre la maschera di Charlot" per i 40 anni dalla morte-La grande Radio-Radio3
inserto da La febbre dell'oro" di Charlie Chaplin
inserto da "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin