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Il mattino di Radio1
Gli "acrobati della povertà", gli italiani in difficoltà dopo la pandemia

Negli anni 60 e 70 hanno avuto un successo straordinario, catalizzando le attenzioni (e i sogni) di milioni di italiani, soprattutto di sesso femminile ma anche gli uomini, magari di nascosto, li divoravano. Stiamo parlando dei fotoromanzi, quelle storie, perlopiù a sfondo sentimentale, che trasportavano il lettore in un’atmosfera e in un mondo magici, patinati forse ma che rispecchiavano sentimenti veri, popolari nel significato più nobile del termine. Ora ritorna in edicola “Sogno”, che, insieme a Grand Hotel e a Bolero, costituiva la triade delle pubblicazioni dell’epoca. Ne parliamo con Silvana Turzio, esperta di cultura visiva, autrice de “Il fotoromanzo, metamorfosi delle storie lacrimevoli”, Meltemi editore.
Gli “acrobati della povertà», così li definisce il Rapporto Censis Confcooperative che lancia l’allarme sull’esercito di irregolari «messo ko dal lockdown», quelle fila purtroppo assai numerose di nostri connazionali fortemente indeboliti dalla pandemia. Nel 2019 le persone in povertà assoluta erano 4,6 milioni, con il nostro paese che segnala una competitività ferma al palo dal 1995, e una occupazione più bassa della media europea. Numeri drammatici che analizziamo con Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative.
L’amore, tema dominante dei fotoromanzi, lo è anche delpezzone, con “Questo piccolo grande amore”, di Claudio Baglioni, “Reality”, di Richard Sanderson e “Perdere l’amore”, di Massimo Ranieri a contendersi lo scettro di vincitore di giornata.