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Mangiafuoco sono io Giuseppe Ungaretti e la sua poetica anticipatrice dell'ermetismo

Mangiafuoco sono io

Giuseppe Ungaretti e la sua poetica anticipatrice dell'ermetismo

'M'illumino d'immenso'. Bastano due versi per richiamare alla memoria il poeta Giuseppe Ungaretti, morto il 1° giugno del 1970. Era nato ad Alessandria d'Egitto da genitori lucchesi, l'8 febbraio 1888. Trasferitosi in Francia, conobbe Apollinaire con il quale strinse una solida amicizia. Fu in questi anni che pubblicò 'Il Porto Sepolto'. Partecipò attivamente alla Prima Guerra mondiale, i cui orrori entrarono prepotentemente nella sua poetica ('Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie'). Nel 1920 sposò Jeanne, moglie amatissima dal poeta e con lei si trasferì a Marino, in provincia di Roma, aderendo al Fascismo. In seguito a un soggiorno durato 6 anni in Brasile e segnato dalla tragica fine del figlio Antonietto, tornò in Italia, dove, caduto il Fascismo, subì un processo di epurazione. Rimasto vedovo, intrecciò con Bruna Bianco una relazione della quale rimangono quattrocento lettere scritte da Ungaretti alla bella e formosa sudamericana. Festeggiò gli 80 anni in Campidoglio, invitato dal Presidente del Consiglio Aldo Moro. Riposa al Verano, accanto alla moglie Jeanne.

02 Giu 2020