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Radio3 Mondo
Dall'Africa agli Usa: la rotta più lunga del mondo

Dall'Africa agli Usa: la rotta più lunga del mondo

La Colombia è diventata negli ultimi decenni la meta più ambita per i migranti non latinoamericani direzionati verso gli Stati Uniti soprattutto grazie alla sua posizione strategica e l’abbondanza delle organizzazioni criminali. Sono così tante che gli ufficiali della dogana colombiani la chiamano “federazione degli operatori indipendenti”. Il viaggio dall’Asia o dall’Africa verso gli Usa attraverso questa rotta potrebbe arrivare a costare fino a 12 mila dollari. Molti dei migranti che arrivano da Africa, Asia e Medio Oriente solitamente arrivano via aereo in Brasile, Venezuela o Ecuador, i paesi per i quali il sistema dei visti è agevolato. Una volta arrivati nel continente latinoamericano, intraprendono il viaggio via terra attraversando la Colombia e la giungla di Darien Gap (letteralmente il “divario di Darien”) per arrivare a Panama e continuare il viaggio verso il Nord. Ma una volta arrivati in Messico molti vengono bloccati e trattenuti in una specie di limbo. Il Messico così viene accusato di strumentalizzare politicamente questi migranti provenienti dall’Africa per compiacere Trump.
C'è però anche un movimento in verso: quello di Go Back to Africa, promosso dal ministero del Turismo del Ghana che punta ad attirare nel paese afro-americani benestanti in cerca delle proprie origini. E questo è l'Anno del Ritorno in Ghana, un'importante promozione di eventi in Ghana e una campagna di marketing mirata al mercato afro - americano e della diaspora in occasione dei 400 anni dei primi schiavi africani a Jamestown, in Virginia.
Venerdì 18 ottobre alle 11.00 Luigi Spinola ne parla con Andrea De Georgio, giornalista freelance che vive tra Mali e Senegal, autore di "Altre Afriche: racconti di paesi sempre più vicini" (Egea, 2017) e analista di Limes e Ispi, con Fausta Speranza, giornalista della redazione esteri dell’Osservatore Romano. Ha publicato “Messico in billico”, (Infinito ed. 2018), (ha presentato da poco il volume nei nostri studi) e con Gaia Delpino, antropologa presso il Museo delle Civiltà di Roma. Il lavoro di ricerca la vede attualmente impegnata riguarda la “Diaspora Nera”, in particolare le molteplici memorie che i diversi soggetti coinvolti - ghanesi e afro-diasporici - hanno del fenomeno storico della tratta schiavistica, della diaspora e del concetto di ritorno (il cosiddetto “Sionismo Nero”).