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Uomini e Profeti
"Algeria, martirio e dialogo"

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"Algeria, martirio e dialogo" conduce Anna Pozzi .
Con Thomas Georgeon, Guido Dotti, Antonella Fraccaro
Sabato 5 gennaio 2019
"Algeria, martirio e dialogo" conduce Anna Pozzi
Con Thomas Georgeon, Guido Dotti, Antonella Fraccaro
"Algeria, martirio e dialogo" conduce Anna Pozzi
Con Thomas Georgeon, Guido Dotti, Antonella Fraccaro
Lo scorso 8 dicembre a Orano, in Algeria, si è tenuta la cerimonia di beatificazione dei 19 martiri cristiani, religiosi e religiose - tra cui i sette monaci trappisti del monastero di Tibhirine - uccisi tra il 1994 e il 1996.
Si è trattato di un evento certamente eccezionale, perché per la prima volta una beatificazione ha avuto luogo in un Paese a stragrande maggioranza musulmano. Un segno importante di condivisione della storia e della memoria di quella terra a lungo segnata dal sangue. Sangue cristiano e musulmano che si è mischiato insieme, come testimonia il sacrificio del vescovo di Orano, Pierre Claverie e del suo autista, Mohamed Bouchikhi, uccisi il primo agosto 1996 da un’autobomba.
I 19 martiri cristiani d’Algeria non sono degli eroi - come hanno ribadito a più riprese i vescovi del Paese - ma persone comuni hanno scelto di donare la loro vita. Sino alle estreme conseguenze. Il miracolo quotidiano dell’amicizia e della fraternità.
Anna Pozzi, redattrice di "Mondo e missione" ed esperta di questioni africane, ne parla con Thomas Georgeon, monaco trappista, postulatore della causa dei beati d’Algeria, Guido Dotti, monaco di Bose, Antonella Fraccaro, responsabile delle discepole del Vangelo e grande conoscitrice di Charles de Foucauld.
Consigli di lettura:
T. Georgeon, C. Henning, “La morte non ci appartiene” (Emi, 2018)
A. Candiard, “Pierre e Mohamed” (Emi, 2018)
T. Georgeon, F. Vayne, “Semplicemente cristiani. La vita e il messaggio dei beati monaci di Tibhirine” (Lev, 2018)
Ascolto
Ya Maryam el bekr, un Inno a Maria Vergine natalizio, di tradizione siriaca maronita, nell’interpretazione della famosa cantante Fairuz, icona del mondo arabo, dal Libano ai paesi nord africani tra cui l'Algeria. La figura di Maria è riconosciuta anche nel Corano, che le dedica la Sura XIX.
Si è trattato di un evento certamente eccezionale, perché per la prima volta una beatificazione ha avuto luogo in un Paese a stragrande maggioranza musulmano. Un segno importante di condivisione della storia e della memoria di quella terra a lungo segnata dal sangue. Sangue cristiano e musulmano che si è mischiato insieme, come testimonia il sacrificio del vescovo di Orano, Pierre Claverie e del suo autista, Mohamed Bouchikhi, uccisi il primo agosto 1996 da un’autobomba.
I 19 martiri cristiani d’Algeria non sono degli eroi - come hanno ribadito a più riprese i vescovi del Paese - ma persone comuni hanno scelto di donare la loro vita. Sino alle estreme conseguenze. Il miracolo quotidiano dell’amicizia e della fraternità.
Anna Pozzi, redattrice di "Mondo e missione" ed esperta di questioni africane, ne parla con Thomas Georgeon, monaco trappista, postulatore della causa dei beati d’Algeria, Guido Dotti, monaco di Bose, Antonella Fraccaro, responsabile delle discepole del Vangelo e grande conoscitrice di Charles de Foucauld.
Consigli di lettura:
T. Georgeon, C. Henning, “La morte non ci appartiene” (Emi, 2018)
A. Candiard, “Pierre e Mohamed” (Emi, 2018)
T. Georgeon, F. Vayne, “Semplicemente cristiani. La vita e il messaggio dei beati monaci di Tibhirine” (Lev, 2018)
Ascolto
Ya Maryam el bekr, un Inno a Maria Vergine natalizio, di tradizione siriaca maronita, nell’interpretazione della famosa cantante Fairuz, icona del mondo arabo, dal Libano ai paesi nord africani tra cui l'Algeria. La figura di Maria è riconosciuta anche nel Corano, che le dedica la Sura XIX.