Benvenuto in RaiPlay Radio. Questa la legenda per navigare tra i contenuti tramite tastiera.
I link principali corrispondenti alle varie sezioni del giornale sono stati associati a tasti di scelta rapida da tastiera.
Premere ALT + la lettera o il numero desiderat0 + INVIO:
ALT + 1 = Vai al canale Rai Radio 1
ALT + 2 = Vai al canale Rai Radio 2
ALT + 3 = Vai al canale Rai Radio 3
ALT + 4 = Vai al canale Rai Radio Tutta Italiana
ALT + 5 = Vai al canale Rai Radio Classica
ALT + 6 = Vai al canale Rai Radio Techetè
ALT + 7 = Vai al canale Rai Radio Live
ALT + 8 = Vai al canale Rai Radio Kids
ALT + 9 = Vai al canale Isoradio
ALT + 0 = Vai al canale Gr Parlamento
ALT + P = Play - ascolta la radio
ALT + 2 = Vai al canale Rai Radio 2
ALT + 3 = Vai al canale Rai Radio 3
ALT + 4 = Vai al canale Rai Radio Tutta Italiana
ALT + 5 = Vai al canale Rai Radio Classica
ALT + 6 = Vai al canale Rai Radio Techetè
ALT + 7 = Vai al canale Rai Radio Live
ALT + 8 = Vai al canale Rai Radio Kids
ALT + 9 = Vai al canale Isoradio
ALT + 0 = Vai al canale Gr Parlamento
ALT + P = Play - ascolta la radio
Il Teatro di Radio3
Gli incontri di Romaeuropa | Agrupación Señor Serrano

Ascolta l'audio
Al termine dello spettacolo "Kingdom" Pau Palacios e Alex Serrano, creatori dello spettacolo, insieme a Renato Fontana, studioso di media e nuovi linguaggi, hanno incontrato il pubblico.
Già con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.
Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.
Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.ià con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.
Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.
Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.ià con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.
Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.
Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.ià con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.
Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.
Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.
Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.
Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.ià con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.
Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.
Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.ià con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.
Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.
Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.ià con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.
Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.
Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.