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Gettoni di Letteratura
Irène Némirovsky 1 - Fermo posta

Florinda Fiamma racconta Iréne Némirovsky
Un lettore di una casa editrice, a Parigi, trova per caso un manoscritto su una pila, e inizia a sfogliarlo. Lo legge tutto d’un fiato in poche ore e avvisa immediatamente l’editore. Sono i primi di ottobre del 1929, e a Parigi nella sede della casa editrice Grasset, è arrivato un plico a firma Epstein. Grasset, l’editore, lo legge la notte stessa e la mattina scrive subito al fermo posta designato dal “signor Epstein” per proporgli di firmare urgentemente il contratto. Pubblicano anche un annuncio sui giornali: «Cercasi autore che ha inviato manoscritto alle edizioni Grasset, a nome Epstein». Passano tre settimane ma non risponde nessuno, il misterioso autore del David Golder, così si chiama il romanzo, non ritira la sua posta. A fine novembre però in casa editrice arriva una donna. Si chiama Iréne Némirovsky. Ha occhi neri, capelli corti, labbra carnose e dice che si era firmata sbrigativamente con il cognome di suo marito, Epstein, ma ora è arrivata: «Scusatemi se non sono venuta prima… sono da poco diventata mamma. Sono l’autrice di David Golder: Irène Némirovsky».
Iréne arriva lì trafelata, ha partorito da tre settimane. È una mamma stanca e felice, arrossisce facilmente ed è stupita dall’esito del suo manoscritto. Le ci vogliono tre lunghe settimane perché si accorga che tutti: editore, stampa, recensori… erano già impazziti per il suo David Golder e la stavano cercando. Una settimana dopo, il 5 dicembre, vengono stampate le prime copie del romanzo. E prima di Natale David Golder è già in libreria.
La faccia di Golder si indurì in un’espressione di feroce diniego. «No». Vide quelle mani pallide intrecciarsi, stringersi l’una all’altra, e le dita contratte affondare le unghie nella carne. «Tu mi rovini», disse alla fine Marcus con una strana voce sorda.
Golder, con gli occhi ostinatamente bassi, non replicò. Marcus ebbe un’esitazione, poi si alzò, spingendo lentamente la sedia all’indietro. «Addio, David. Hai detto qualcosa?». La sua voce risuonò a un tratto nel silenzio con vigore straordinario. «No. Addio». Chiuse David Golder.
In pochi mesi diventa la grande attrazione dei salotti letterari parigini. Lo scrittore André Billy dirà, a malincuore: «David Golder porta la firma di una donna; si deve dunque riconoscere che è scritto da una donna». La storia racconta la storia di un ricco uomo d'affari ebreo, un uomo molto duro, legato al denaro. E per questo verrà, lei ebrea, accusata di antisemitismo dalla stampa ebraica. Ma questo suo primo romanzo le diede un immenso prestigio letterario.
Qualcosa da leggere, per approfondire
La vita di Irène Némirovsky di Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt (Adelphi 2009)
Irène nemirovsky di Cinzia Bigliosi (Doppiozero 2013)