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Nella notte tra febbraio e marzo è scomparsa la nostra amatissima Rossella Panarese.
Ciao Rossella

Nella notte tra febbraio e marzo è scomparsa la nostra amatissima Rossella Panarese, al termine di una malattia che aveva affrontato con consapevolezza e con forza, senza mai abbandonare la sua volontà di capire, di discutere e di combattere. Il pubblico di Radio3 la conosceva senz’altro per il suo impegno nei programmi scientifici, dal primo che si chiamava Palomar e andò in onda nel 1991 al più longevo Radio3 scienza dal 2003. Ma Rossella era molto di più.
Molte erano le trasmissioni e le iniziative che portano il suo segno, fino all’attenzione per i nuovi linguaggi e i nuovi formati dell’ascolto (era di Rossella l’idea del nostro primo nostro podcast originale, il fortunato Labanof). Ma ancora più decisivo il ruolo che aveva quotidianamente e in maniera più o meno visibile, contribuendo - fino ai suoi ultimi giorni di vita, con coraggio e dignità - con la sua intelligenza e la sua passione a un lavoro che è collettivo e che Rossella ha sempre vissuto (e apprezzato) in quanto tale. È un luogo, Radio3, dove non si può che lavorare con un di più di passione, di attenzione, magari anche di orgoglio. Questi elementi erano presenti in Rossella con una forza e una evidenza particolari, impossibili da ignorare. E in tutti questi anni le consentivano una autorevolezza che prescindeva da cariche, ruoli, carriere. Perché Rossella univa a queste qualità una serietà e una affidabilità singolari. Frutto della sua educazione familiare e militare, sulla quale spesso ironizzava, che la rendeva molto sensibile a ogni eventuale violazione della correttezza e dell’integrità del nostro lavoro, molto attenta ai diritti anche dei più precari dei nostri collaboratori. E altrettanto vigile sui nostri difetti, appena si mostrassero: per esempio nel linguaggio sessista, che ci ha aiutato nel tempo (e ancora troppo parzialmente) a correggere. Ma Rossella ha cominciato a collaborare a Radio3 così giovane che è rimasta per sempre tra noi una ragazza, senza rischi di eccessivo rigore e contegni sussiegosi: era facile sorridere e scherzare con lei (anche se, si lamentava, non capiva le barzellette). Però quando, davanti alle terribili conseguenze della pandemia, si è trattato di riorganizzare profondamente il nostro lavoro, nelle procedure tecniche e nelle implicazioni sanitarie, non poteva essere che Rossella il punto di riferimento principale.
La sua competenza nella comunicazione scientifica ne aveva fatto, nel corso degli anni, una protagonista del dibattito pubblico su questi temi. Presente con ruoli significativi nei principali festival, aveva scritto articoli e fondamentali voci di enciclopedia su questi argomenti, aveva insegnato nei corsi italiani più prestigiosi, faceva parte di giurie di premi e altre importanti istituzioni. Anche fuori Radio3 Rossella portava il suo carattere aperto e leale, la sua accuratezza, la sua straordinaria sensibilità.
Ma la somma di tutte queste qualità non arriva nemmeno lontanamente a descrivere quanto immenso dolore proviamo in queste ore e quanto Rossella ci mancherà. Perché era una persona splendida. Attenta alle idee e alle persone, per questo amata da molti e molte. Abbracciamo suo marito Stelvio e la sua famiglia, ci stringiamo alle sue tante amiche e agli amici. Condividiamo questo sentimento con ascoltatori e ascoltatrici che in molti ci stanno già scrivendo e che ringraziamo. La ricorderemo sempre e la porteremo con noi, cercando di continuare il lavoro che amava, nei modi che amava Rossella.
Marino Sinibaldi
Alcuni dei numerosi messaggi di affetto e stima degli ascoltatori >>