La favola del Rugby -

Il rugby si gioca con una palla ovale. Si usano sia i piedi che le mani. Con i piedi la palla può essere calciata in tutte le direzioni; con le mani può essere passata soltanto all'indietro. Il rugby è uno sport antico ma nessuno può dire con sicurezza quando sia nato: forse nel 1823 o forse dopo. Sono stati però gli inglesi a codificarlo, a definirne i regolamenti, a plasmarne la cultura. Il rugby ha vissuto nella storia, si è intrecciato con essa, ne ha incrociato i grandi eventi. Ha prodotto fatti, leggende, personaggi. La favola del rugby, articolata in 16 puntate, racconta una storia romantica, appassionante e divertente ed esce poco prima dell'inizio della decima edizione della Coppa del Mondo, che si svolgerà in Francia. A raccontarlo è Peter Freeman, giornalista e autore radiotelevisivo, che da anni segue il rugby e ne scrive.

Episodi

La favola del Rugby - Prologo

Perché il rugby fa innamorare e perché le leggende hanno una loro ragion d'essere. Il rugby come racconto sentimentale e luogo della nostalgia.

1. Di padre incerto

Dove si racconta della presenza di una palla nella storia dell'umanità e di come un gioco chiamato prima "football" e poi "rugby" abbia origini indefinite. Dall'età classica al Medioevo, fino all'epoca vittoriana. La leggenda di William Webb Ellis, studente un po' ribelle di un'antica scuola privata in un paesino di nome Rugby che, con un semplice gesto, cambiò la storia di un gioco. Era l'anno 1823, esattamente due secoli fa.

2. Una questione di classe

Dove si racconta l'Inghilterra vittoriana e di come football e rugby divorziarono dopo aver litigato sulle regole che tutti volevano cambiare, ma ognuno a modo suo. E si narra del rettore della Rugby School, Thomas Arnold, il dirigente scolastico più importante nella storia dello sport moderno. La nascita della Rugby Football Union e il primo match internazionale tra Inghilterra e Scozia, anno 1871. Operai e minatori del Nord contro i signorini benestanti delle contee del Sud: uno scisma per motivi di classe.

3. Quindici uomini

Dove si racconta di quindici uomini e di una palla dalla forma ovale. E si spiega come tutto nacque da una vescica di maiale: la storia di un calzolaio di nome William Gilbert e quella del suo concorrente Richard Lindon, di sua moglie Rebecca e di una famiglia numerosa da tirare su. Quindici uomini e un grande sforzo collettivo che affascina il mondo dell'arte. Le regole, i ruoli, avanti e trequarti, e una palla ovale che deve vivere, a ogni costo. Perché il rugby è un soffio vitale.

4. Il torneo più antico del mondo

Dove si racconta di un torneo di rugby che ha visto la luce 140 anni fa in un modo abbastanza casuale e che è poi divenuto un rito sacro nel mondo della palla ovale. Un torneo chiamato all'inizio Home Nations Championship, poi Cinque Nazioni e solo dall'anno 2000, con l'ingresso dell'Italia, Sei Nazioni. E di come gli inglesi non abbiano mai smesso di litigare con le altre tre nazioni britanniche – Scozia, Galles e Irlanda - su chi dovesse avere l'ultima parola. E c'è poi la strana storia di 270 rupie d'argento di un fondo cassa che furono utilizzate per confezionare un bellissimo trofeo.

5. Down Under

Qui si racconta di come il grande Impero Britannico esportò il suo gioco nei suoi immensi possedimenti d'oltremare e come laggiù, nell'Emisfero Sud, in Australia, Nuova Zelanda e Australia, il rugby divenne una questione di identità. Ma raccontiamo anche di come nacquero i primi grandi tour oltreoceano e di quei viaggi infiniti che duravano mesi e di come lo spirito dell'Impero britannico ancora oggi sopravvive nei suoi leoni, i British and Irish Lions.

6. Essere un All Black

Dove si racconta di Aotearoa, la Terra della Lunga Nuvola Bianca che i primi uomini abitarono soltanto nove secoli fa. E dello strano rapporto tra due popoli, i bianchi e i maori, che hanno trovato un terreno condiviso e una lingua comune nel gioco del rugby. E si racconta della squadra più famosa del mondo: veste tutta di nero e prima di giocare inscena una danza tribale divenuta celebre ovunque. Una squadra di invincibili: gli All Blacks.

7. Una squadra, una nazione

Dove si scopre che politica e sport trovano sempre un modo di incrociare le loro strade e di come per quasi un secolo il rugby in Sudafrica sia stato l'emblema della segregazione razziale. La storia di una squadra che ha diviso in due la nazione. E si racconta di una partita tra le più celebri della storia dello sport: la finale mondiale del 1995, quando un politico che sapeva guardare lontano cambiò quello che sembrava un destino ineluttabile.

8. Galles, storia di una diversità

Dove si racconta di un Paese di bardi, poeti, minatori e rugbisti. Di uno sport vissuto come una grande occasione di rivalsa contro gli avversari di sempre, gli inglesi. Di paesi dai nomi strani. Di una generazione di giocatori scapigliati. Di un allenatore colto e seducente. Del giorno in cui i pub finirono tutta la birra. Di quello che fu chiamato "il match del secolo" e di una meta che non fu accordata di cui si discute ancora oggi.

9. Inglesi, creatori di sport

Dove si racconta di una nazione, l'Inghilterra, che ha visto nascere molti degli sport che oggi pratichiamo, e del secolo britannico, il diciannovesimo. Della nascita degli stadi moderni e del loro geniale architetto. E di Twickenham, "la casa del rugby" inglese, la fortezza da difendere contro tutti gli avversari e di qualche oltraggio da essa subito. E si racconta la storia di un principe russo che correva come un levriero e si rivolgeva al monarca da pari a pari.

10. Irlanda e Scozia, parenti e serpenti

Dove si racconta di un'isola, l'Irlanda, divisa in due parti, di una storia di guerre e sofferenze e dell'unico sport che ha saputo unire e cancellare i confini. Di scrittori, poeti e drammaturgi come James Joyce e Samuel Beckett che nel rugby hanno trovato ispirazione. E si racconta di un'altra nazione, la Scozia, anch'essa ribelle ma più severa e meno incline ai colpi di testa, e di un macellaio scozzese che inventò un rugby che si gioca in sette, in due tempi da sette minuti.

11. Vive la France!

Qui si racconta di un Paese che dopo aver scoperto il gioco del rugby se n'è innamorato e non ha più voluto lasciarlo: è la storia di un amore folle, non sempre ricambiato, e di uno spirito sportivo ancora un po' grezzo, da plasmare, e poco incline ai compromessi. Di un rapporto complicato con i britannici e di quando la Francia è stata messa in castigo. Ma anche di un certo modo di giocare a rugby molto latino e alquanto impertinente che gli inglesi chiamano french flair.

12. Il rugby del Pacifico

Dove si racconta la storia rugbistica di cinque nazioni, molto diverse ma tutte accomunate da uno spazio geografico: il grande Oceano Pacifico. Di come gli Stati Uniti decisero di inventare un altro modo di giocare con la palla ovale ma trovarono comunque modo di vincere due titoli olimpici beffando i francesi. Degli arcipelaghi di Figi, Tonga e Samoa dove i rugbisti spuntano come funghi. E del Giappone che ha imparato a battere le grandi.

13. L'Italia, una storia di pionieri

Dove si racconta di un giovane di nome Piero Mariani, migrante di ritorno dalla terra di Francia, che decise di portare in Italia un gioco fin lì sconosciuto e di come a Milano incontrò un tale Gilbert e un altro temerario, Stefano Bellandi, economo al Teatro della Scala; e che tutti insieme si misero a far proseliti. E di come il rugby italiano abbia scoperto una sua dimensione nella provincia dei mille campanili. Il lungo, faticoso cammino della nazionale, passo dopo passo, che ha saputo conquistare sul campo rispetto e considerazione.

14. Arrivano i Barbari

Dove si racconta di uno sportman compulsivo di nome William Percy Carmael, che nel 1890 ebbe la bella idea di convocare un po' di amici in una taverna per dare vita a un club a inviti denominato Barbarians Football Club. La storia di una sottoveste divenuta vessillo e di una divisa di gioco quanto meno bizzarra. Ma soprattutto la storia di uno dei più celebri match di rugby di tutti i tempi, il Final Challenge del gennaio 1973 tra i Barbarians e gli All Blacks. E della meta che molti considerano la più bella di sempre.

15. William Webb Ellis Cup

Dove si racconta di come un giorno il rugby decise di darsi una dimensione globale, di dare vita a una Coppa del Mondo e di come non tutti fossero d'accordo. E di come di lì a poco si decise che farne uno sport aperto al professionismo, cambiandone per sempre la storia. Le nove edizioni dal 1987 a oggi e il predominio dell'Emisfero Sud.